UE: riconoscimento delle qualifiche professionali

Il Parlamento europeo ha approvato il testo modificato della proposta di direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, volta a semplificare, pur nel rispetto delle specificità nazionali, il quadro normativo europeo con l’ adozione di un solo testo legislativo che si richiama alla Comunicazione COM(2004)317 def. Del 20.4.2004.

L’11 maggio scorso il Parlamento europeo, in seduta plenaria, ha adottato la relazione dell’eurodeputato italiano Stefano Zappalà sulla proposta di direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali. Gli emendamenti adottati dal Parlamento europeo sono frutto di un compromesso con il Consiglio, per cui sarà probabilmente evitato il ricorso alla procedura di conciliazione.
Per consentire l’esercizio di una professione in un Paese diverso da quello in cui è stata ottenuta una qualifica professionale, è necessario che questa sia riconosciuta dal paese ospitante: La proposta di direttiva, presentata dalla Commissione nel 2002 e riproposta modificata il 20 aprile 2004 (vedi link), tratta tutti i tipi di professione: lavoro subordinato e autonomo e autonomo, la prestazione di servizi temporanei e le professioni cosiddette regolamentate (medici, infermieri, architetti,ecc). Il principio del riconoscimento automatico dei titoli si applicherà d’ora in poi sulla base di un coordinamento delle condizioni minime di formazione.
Nel corso del dibattito al Parlamento europeo, il relatore ha sottolineato che la direttiva riveste un’importanza notevole per tutti i cittadini europei che ogni giorno si trovano a che fare con dei professionisti. Nell’illustrare i contenuti della relazione – che riportiamo nel link – , egli ha anche evidenziato che, nell’ambito delle autonomie nazionali, ogni governo decide quali sono i livelli di cultura e di formazione minima per l’accesso alle professioni e decide anche chi deve autorizzare all’esercizio delle professioni e chi deve controllare lo svolgimento delle professioni. Il relatore, spiegando l’introduzione di una definizione di “libero professionista”, ha poi tenuto a ricordare che la direttiva in questione, nel rispetto di alcune peculiarità nazionali e professioni, semplificherà il quadro normativo europeo con l’adozione di un solo testo legislativo che va a costruire tutta una serie di direttive adottate in passato.

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