Un Rapporto sull’immigrazione in Italia: secondo il CNR.

A Roma, il 21 maggio scorso, presso l’Aula Marconi del Cnr di Piazzale Aldo Moro,7 è stato presentato il rapporto che l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr ha preparato nell’ambito del Progetto europeo “Mediterranean and Easter European countries as new immigration destinations in the European Union” (IDEA). Sono stati discussi fattori strutturali che, in questi anni, hanno favorito un crescente assorbimento del lavoro straniero.

Secondo il Comunicato-stampa del Cnr – diffuso per annunciare la presentazione del rapporto e che riportiamo nel link- “l’immigrazione in Italia dagli anni novanta è più che duplicata, nonostante la normativa tesa a regolamentarla e il basso livello di sviluppo, che dovrebbe renderci meno attraenti come destinazione.

Come mai? Quali ragioni hanno determinato l’arrivo di così tanti immigrati stranieri sul nostro territorio? Nel 1991 si contavano sul suolo italiano 356mila residenti stranieri, pari allo 0,6% della popolazione totale” spiega Corrado Bonifazi. “Oggi, nel 2009, gli stranieri sono stimati in circa 3,9 milioni ,pari al 6,5 per cento della popolazione. La crescita è analoga a quella registrata in Germania negli anni cinquanta e sessanta, gli anni, per intenderci, in cui sei milioni di nostri connazionali emigrarono all’estero.

Tra la Germania del dopoguerra e l’Italia degli anni 2000 ci sono tuttavia delle profonde diversità. L’economia tedesca del dopoguerra aveva un tasso medio annuo di crescita del 5,1%. Tra il 1993 e il 2005 la nostra economia è invece aumentata solo dell’1% annuo. Anche il contesto politico è profondamente diverso: nel dopoguerra i tedeschi incentivarono con accordi bilaterali l’arrivo di lavoratori stranieri; i governi italiani, invece, da quando ha avuto inizio il flusso migratorio verso il nostro paese, hanno sempre cercato di limitare il numero degli immigrati.

(LG-FF)

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