UNI: Nuove linee guida per garantire la fornitura d’acqua nelle emergenze

Quando si verifica un evento catastrofico, l’approvvigionamento di acqua – la principale risorsa naturale per la nostra sopravvivenza – e il suo adeguato trattamento potrebbero risultare compromessi.
Per aiutare le infrastrutture idriche a essere preparate e a continuare a operare in qualsiasi circostanza, anche la più critica, l’Organismo Internazionale di Normazione ha appena pubblicato una norma: la ISO 24518.

Questo nuovo documento elenca una serie di passaggi e di azioni che le infrastrutture idriche devono essere in grado di compiere per essere pronte ad affrontare efficacemente qualsiasi situazione. E anche qualora determinati eventi dovessero verificarsi, la norma indica che cosa fare per ristabilire il servizio e dà uno spunto per ricavare insegnamenti pratici dalle circostanze.

La mancanza di acqua potabile può diventare una grave problema durante un’emergenza. Allo stesso modo, la rimozione in sicurezza e lo smaltimento delle acque reflue sanitarie, così come il drenaggio delle acque piovane sono fattori fondamentali per prevenire le epidemie, la contaminazione delle persone e dell’ambiente, l’inondazione dei centri abitati. Per questo la norma ISO 24518 può aiutare a garantire il corretto approvvigionamento idrico e la qualità dei servizi igienico-sanitari, il funzionamento della rete fognaria e una risposta efficace in casi di emergenza.

Attraverso il modello basato sul ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act), la norma ISO 24518 pone le migliori condizioni per:

– fronteggiare le situazioni di crisi così da garantire un adeguato approvvigionamento idrico nonché la rimozione e il trattamento delle acque reflue;
– cooperare con tutte le autorità competenti;
– valutare l’ambiente naturale e l’impatto sulla salute e il benessere della popolazione;
– adottare una efficace comunicazione per mitigare o prevenire il panico.

Jacobo Sack, coordinatore del gruppo di lavoro che in seno all’ISO/TC 224 ha sviluppato la norma, fa un quadro chiaro dei vantaggi che l’adozione di questo nuovo documento internazionale può apportare: “I servizi idrici ben sviluppati hanno già la maggior parte degli strumenti e delle attrezzature necessarie per affrontare le situazioni di crisi e hanno stabilito adeguate procedure di emergenza nelle loro operazioni quotidiane, come la riparazione di tubature rotte, ad esempio. In questo caso l’attenzione va senz’altro concentrata su altri aspetti organizzativi, come la creazione di un team per la gestione delle crisi. Le infrastrutture meno attrezzate avranno invece bisogno di fare molto di più, probabilmente investendo dal 10 al 20% del loro bilancio totale”.

A chi è indirizzata, dunque, la norma ISO 24518?
Alle autorità e ai dipartimenti che si occupano delle acque, ad esempio. Ma anche alle aziende e a qualsiasi altro organismo che si occupi delle forniture idriche. E ancora: ad autorità e organismi che gestiscono le situazioni di crisi, ingegneri idraulici, consulenti.
“La ISO 24518”, dichiara ancora Sack, “può veramente contribuire all’effettiva attuazione di adeguati strumenti di gestione delle emergenze. E i legislatori possono fare riferimento a questo documento normativo al momento della redazione e dell’adozione di una politica nazionale in questo ambito”.

La ISO 24518 è la prima norma di questo genere. Sebbene infatti altri documenti sulla sicurezza siano stati pubblicati, nessuno di questi tratta esplicitamente la gestione delle crisi nei servizi idrici.

Fonte: UNI

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