WiMax: procedura per l’assegnazione delle frequenze

E’stata avviata nei giorni scorsi dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, la procedura di assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze “WiMax”nella banda 3.4-3.6 GHz ( banda GHz).

La procedura scelta dal Ministero delle Comunicazioni, conseguente alla delibera AGCOM, prevede che siano rilasciati 3 diritti d’uso complessivi delle frequenze disponibili nella banda 3.4-3.6 GHz, indicati come blocco A, Blocco B e Blocco C, ciascuno di ampiezza frequenziale pari a 2×21 MGz.
Di tali diritti d’uso, 2 ( Blocco A e Blocco b) sono rilasciabili per aree di estensione geografica macroregionale, mentre 1 diritto d’uso ( Blocco C) è rilasciabile a livello regionale ( con suddivisione provinciale nel caso delle province autonome di Trento e Bolzano.
I diritti d’uso delle frequenze di gara hanno una durata di 15 anni a partire dalla data di rilascio, sono rinnovabili e non possono essere ceduti a terzi senza la preventiva autorizzazione del Ministero.
Ma che cosa s’intende per WiMax?
La tecnologia WiMax ( Worldwide Interoperability for Microwave Access) – come ci spiega lo stesso Ministero delle Comunicazioni -è un sistema di radiocomunicazioni che consente di offrire all’utente servizi di accesso a banda larga alle reti, tramite collegamenti via radio fra una singola stazione base localizzata in una posizione fissa e determinata ed un numero di stazioni utente collegate a detta stazione base.
Per questo, il WiMax consente di portare la banda larga là dove è difficile realizzare collegamenti Internet via cavo, consentendo di coprire vasti territori con una singola antenna, e richiedendo, quindi, investimenti molto limitati.
La disponibilità di collegamenti in banda larga, infatti, non è uniforme su tutto il territorio: vi sono ampie zone del paese, generalmente quelle a minore densità di popolazione, dove gli investimenti necessari per l’ammodernamento della rete non sono giustificati dal possibile successivo ritorno economico. Così si è generato negli anni scorsi in Italia un vero e proprio divario nell’accesso a questo nuovo “servizio universale”da parte di cittadini residenti in aree diverse del paese: il cosiddetto digital divide.
Per ridurre il digital divide, possono, quindi, essere utilmente adoperate le tecnologie radio, come il WiMax, che richiedono costi di installazione di gran lunga inferiori a quelli richiesti dagli scavi per la posa di nuovi cavi o nuove fibre.
Il WiMax, sfruttando la propagazione via radio, è infatti in grado di coprire in modo economico anche le aree più difficilmente raggiungibili e permette di realizzare connessione alla rete ad alta velocità ( fino a 74 Mbit/s) in un raggio di circa 50 chilometri ( il WiFi arriva a poche decine di metri).
Il WiMax offre l’opportunità di fornire l’accesso a Internet, ai suoi contenuti e ai suoi servizi con prestazioni estremamente competitive e vantaggiose, in termini di costi, rispetto a soluzioni cablate come l’ADSL, consentendo di superare il problema dell’accesso alla rete locale, cioè l’accesso a quel tratto di rete telefonica fissa che dalla centrale raggiunge la casa dell’utente.
Lo standard tecnologico del WiMax utilizzato in Italia è lo stesso concordato a livello mondiale; pertanto la sua implementazione consentirà di utilizzare un unico terminale pressoché ovunque nel mondo, come già accade ad esempio con il GSM nella telefonia radiomobile.
Il WiMax in Europa utilizza la banda 3.5 GHz.Tale banda è utilizzabile anche in Italia grazie all’accordo fra il Ministero delle Comunicazioni ed il Ministero della Difesa che ha liberato tale banda di frequenza dall’utilizzo di tipo militare,rendendola disponibile a quello di tipo civile.

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