WWF, i crimini contro la natura minacciano anche la salute e lo sviluppo

Il WWF pubblica il report “STOP ai crimini di natura” in cui analizza gli impatti dei crimini contro la natura e dei traffici illegali di specie animali e vegetali protette. All’interno del report presente anche un vademecum per chi viaggia per incoraggiare un turismo più responsabile e sostenibile.

I crimini di natura non hanno soltanto un impatto fortemente negativo sulla biodiversità ma rappresentano anche una minaccia per la sicurezza, la salute e l’economia. Il traffico illegale di specie selvatiche alimenta il bracconaggio e uccide persone oltre che animali, sono infatti più di 1.100 i ranger che hanno perso la vita per la difesa della biodiversità negli ultimi 10 anni, secondo la Federazione Internazionale dei Ranger. I crimini di natura sono inoltre spesso connessi ad altre illegalità come il riciclaggio di denaro e la corruzione.

Il WWF Italia ha pubblicato il report “STOP ai crimini di natura” in cui analizza gli impatti dei crimini di natura e dei traffici di specie animali e vegetali protette in cui è incluso un vademecum per i viaggiatori responsabili mirato ad incoraggiare un turismo più responsabile e sostenibile. Le raccomandazioni principali nei viaggi esotici sono: non comprare souvenir non certificati frutto di commercio illegale di fauna e flora protette; non raccogliere souvenir in natura per portare a casa conchiglie o altri ricordi; non alimentare il mercato delle foto ricordo con animali selvatici detenuti illegalmente da privati senza scrupoli. I crimini contro la fauna e flora selvatiche danneggiano fortemente l’economia dei paesi emergenti, basti pensare che le entrate legate al turismo portate da un singolo elefante durante la sua vita sono superiori a 1.75 milioni di dollari. In altri termini, un elefante vale 10 volte più da vivo che da morto.

Il traffico illegale di animali è inoltre un potenziale vettore di malattie zoonotiche, come già denunciato dal WWF in vari report pubblicati dal 2020 a oggi, rientrano in questa categoria numerose malattie come HIV, influenza aviaria, ebola e, con buona probabilità, il COVID-19. Le specie maggiormente oggetto di traffico sono state tra il 2014 e il 2018 il palissandro, specie di albero tropicale utilizzata massicciamente per i mobili (31.7%), seguito da elefanti massacrati per l’avorio delle loro zanne (30.6%) e pangolini (13.9%) le cui scaglie sono usate nella medicina tradizionale. Tra le specie predilette dai criminali ci sono anche il rinoceronte (già estinto quello di Giava) e la tigre, nel primo caso il corno può arrivare a valere 95.000 dollari al Kg al mercato nero (ogni singolo animale ha un potenziale valore che va dai 750.000 al milione di dollari) mentre la tigre è oggetto di uccisioni illegali finalizzate ad alimentare la produzione di medicine tradizionali, pellicce e trofei (attualmente restano meno di 4.000 tigri in natura). Talvolta gli animali sono catturati vivi e destinati ad essere detenuti in cattività.

Altre specie vittime del bracconaggio per il commercio illegale sono quelle ittiche come lo storione (secondo un’indagine del WWF un terzo della carne di storione e dei prodotti a base di caviale in quattro paesi – Bulgaria, Romania, Serbia e Ucraina – sono stati venduti illegalmente) e l’anguilla, la cui pesca illegale degli individui giovani (le cieche) ha messo a rischio la specie. Negli ultimi 30 anni il numero di anguille europee è crollato di oltre il 90%, a causa soprattutto della pressione enorme dovuta al traffico illegale destinato al mercato asiatico, e dal 2009 questa specie, una volta molto comune, è stata inserita nella Lista Rossa della IUCN come “A rischio critico”.

L’Italia è il Paese in Europa con la maggiore ricchezza di biodiversità ma è anche un Paese ad alto tasso di criminalità ambientale, tra i crimini di natura più diffusi in Italia ci sono i reati contro gli animali selvatici come la cattura di piccoli uccelli con l’utilizzo di armi da fuoco e trappole artigianali o l’uccisione a scopo “ricreativo” e tradizionale di rapaci in migrazione sullo Stretto di Messina. “Migliaia di piccoli uccelli, soprattutto insettivori, vengono uccisi con ogni mezzo illegale nel bresciano e bergamasco, a causa di tradizioni alimentari oggi inaccettabili” ricorda Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia. Contro questi crimini si battono le oltre 300 Guardie ambientali volontarie del WWF.

STOP AI CRIMINI DI NATURA
SCHEDA: BRACCONAGGIO E TRAFFICO ILLEGALE, LE SPECIE A RISCHIO, COSA FA IL WWF E COSA POSSIAMO FARE NOI
– I NUMERI
– LE SPECIE PIU’ A RISCHIO
– IL RUOLO DELL’ITALIA NELLE ROTTE DEL TRAFFICO ILLEGALE
– VADEMECUM PER I TURISTI
– IL WWF COMBATTE IL TRAFFICO ILLEGALE DI SPECIE

Fonte: WWF

Vai alla notizia completa e al report “STOP ai crimini di natura”…

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