In occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, svoltasi a Roma il 28 aprile scorso in collaborazione tra lINAIL e lOrganizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il Direttore Generale dellINAIL ha tenuto una conferenza stampa per presentare il Rapporto annuale (provvisorio) sugli infortuni sul lavoro nel 2004 che risulterebbero in leggera diminuzione, ma secondo lANMIL- da non destare troppo ottimismo.
Il 28 aprile scorso, lOrganizzazione internazionale del lavoro (ILO) e lINAIL hanno celebrato congiuntamente, a Roma, la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro on occasione della quale il Direttore dellUfficio dellILO di Roma, Claudio Lenoci e il Direttore Generale dellINAIL, Maurizio Castro hanno presentato i dati internazionali e nazionali sul tema della salute e della sicurezza sul lavoro.
Il Rapporto dellILO 2005 richiama lattenzione sul tema della prevenzione come strategia più efficace per ridurre il numero degli incidenti e delle malattie legate al lavoro e analizza in particolare la situazione in due contesti: il settore delle costruzioni in cui, ogni anno, si verificano circa 60.000 infortuni mortali a livello mondiale e lelevata incidenza di infortuni tra i lavoratori giovani (15-24 anni) e quelli più anziani (oltre i 55 anni).
Nelloccasione sono stati diffusi i primi dati INAIL sullandamento infortunistico in Italia relativi al 2004, che confermano una tendenza al ribasso sia del complesso degli infortuni denunciati sia degli infortuni mortali. Dati che, comunque, non convincono troppo il Presidente dellANMIL (Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi del lavoro) il quale ha commentato con perplessità le fredde cifre fornite dallINAIL, dichiarando che si tratta di Ottimismo gratuito, i morti sul lavoro crescono anziché diminuire.
Infatti, le denunce di infortuni sono in calo dell1,4% (940mila) rispetto allanno precedente. Si sono avuti anche meno morti (1.400), in diminuzione dell1,3%, ma sono sempre quattro morti al giorno. LINAIL non nasconde i costi umani ancora elevatissimi, né quelli economici pari a 28 miliardi di euro allanno. Premesso che lo zoccolo dei 1.400 morti è inaccettabile e che il tema della sicurezza va inserito tra le priorità del Paese, il vertice INAIL valuta con ottimismo il miglioramento della tendenza, un ottimismo che viene contestato non solo dallANMIL ma dai sindacati, anche se si tratta di dati provvisori. Infatti, secondo la segretaria confederale della CGIL Paola Agnello Modica, manca il dato sulle denunce nei primi giorni di lavoro che nasconde attività sommerse e non si leggono le dinamiche dei precari i cui infortuni vengono spesso fatti passare per malattia. I dati INAIL hanno tutti il segno meno ad eccezione dei lavoratori extracomunitari il cui numero di infortuni è salito del 7%, con 115.000 denunce e 164 casi mortali. Anche gli interinali vanno male che mantengono un indice di incidenza superiore a quello medio nazionale e pari a circa 75 casi per mille occupati. Il quadro completo non si avrà prima del mese del prossimo mese di giugno perché nel calcolo devono essere compresi anche i decessi avvenuti entro 180 giorni dalla fine dellanno.Ed è per tale ragione che lANMIL sostiene che anche nel 2004 gli infortuni sono stati in aumento.
Il Rapporto dellILO 2005 richiama lattenzione sul tema della prevenzione come strategia più efficace per ridurre il numero degli incidenti e delle malattie legate al lavoro e analizza in particolare la situazione in due contesti: il settore delle costruzioni in cui, ogni anno, si verificano circa 60.000 infortuni mortali a livello mondiale e lelevata incidenza di infortuni tra i lavoratori giovani (15-24 anni) e quelli più anziani (oltre i 55 anni).
Nelloccasione sono stati diffusi i primi dati INAIL sullandamento infortunistico in Italia relativi al 2004, che confermano una tendenza al ribasso sia del complesso degli infortuni denunciati sia degli infortuni mortali. Dati che, comunque, non convincono troppo il Presidente dellANMIL (Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi del lavoro) il quale ha commentato con perplessità le fredde cifre fornite dallINAIL, dichiarando che si tratta di Ottimismo gratuito, i morti sul lavoro crescono anziché diminuire.
Infatti, le denunce di infortuni sono in calo dell1,4% (940mila) rispetto allanno precedente. Si sono avuti anche meno morti (1.400), in diminuzione dell1,3%, ma sono sempre quattro morti al giorno. LINAIL non nasconde i costi umani ancora elevatissimi, né quelli economici pari a 28 miliardi di euro allanno. Premesso che lo zoccolo dei 1.400 morti è inaccettabile e che il tema della sicurezza va inserito tra le priorità del Paese, il vertice INAIL valuta con ottimismo il miglioramento della tendenza, un ottimismo che viene contestato non solo dallANMIL ma dai sindacati, anche se si tratta di dati provvisori. Infatti, secondo la segretaria confederale della CGIL Paola Agnello Modica, manca il dato sulle denunce nei primi giorni di lavoro che nasconde attività sommerse e non si leggono le dinamiche dei precari i cui infortuni vengono spesso fatti passare per malattia. I dati INAIL hanno tutti il segno meno ad eccezione dei lavoratori extracomunitari il cui numero di infortuni è salito del 7%, con 115.000 denunce e 164 casi mortali. Anche gli interinali vanno male che mantengono un indice di incidenza superiore a quello medio nazionale e pari a circa 75 casi per mille occupati. Il quadro completo non si avrà prima del mese del prossimo mese di giugno perché nel calcolo devono essere compresi anche i decessi avvenuti entro 180 giorni dalla fine dellanno.Ed è per tale ragione che lANMIL sostiene che anche nel 2004 gli infortuni sono stati in aumento.
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