Il 13 dicembre scorso, lUnione europea ha adottato una Carta e un Codice di condotta dei ricercatori allo scopo di sfruttare al meglio il potenziale scientifico della Comunità. Soddisfazione manifestata dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini : un grande passo avanti. La Carta è stata firmata, in Italia, dai presidenti degli Enti, degli Istituti e delle Fondazioni di ricerca nazionali.
Un grande passo avanti. Così il premio Nobel Rita Levi Montalcini definisce la Carta europea dei ricercatori e un Codice di condotta per la loro assunzione, adottati il 13 dicembre scorso dalla Commissione europea .
Questi due documenti che sono stati firmati anche dai presidenti degli Enti, degli Istituti e delle Fondazioni di ricerca italiani – costituiscono degli elementi chiave della politica UE volta a rendere
la ricerca una carriera attraente, un passo di vitale importanza per stimolare la crescita delleconomia e delloccupazione. La Carta e il Codice di condotta daranno ai ricercatori secondo la Commissione europea gli stessi diritti e doveri in tutta lUnione, mentre attualmente le loro carriere sono frammentate a livello locale, regionale, nazionale o settoriale. Inoltre, dovrebbe permettere allEuropa di sfruttare al meglio il proprio potenziale scientifico.
Per raggiungere lobiettivo del 3% del PIL dellUE destinato alla ricerca e allo sviluppo e nello stesso tempo far fronte allinvecchiamento della forza lavoro del settore sono necessari altri 700.000 ricercatori. Benché il loro numero sia aumentato da 5,4 ogni 1.000 lavoratori nel 1999 e 5,7 nel 2001, il dato è ben al di sotto del livello di paesi, come gli USA (8,1) e il Giappone (9,1) dove si investe di più. La potenziale mancanza di ricercatori potrebbe causare una seria minaccia allinnovazione, alla conoscenza e alla produttività dellUE in un futuro vicino e potrebbe mettere in pericolo il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e Barcellona.
Conseguentemente , lEuropa deve diventare più attraente per i ricercatori e aumentare la partecipazione delle donne nel settore. Inoltre, dovrebbe fornire ai ricercatori delle prospettive di carriera a lungo termine migliorando le loro condizioni di lavoro, rafforzando la ricerca e lo sviluppo come professioni e creando delle condizioni più favorevoli per la mobilità allinterno di un dato percorso di ricerca.
Lapplicazione pratica della Carta e del Codice di condotta sarà compito dei datori di lavoro, dei finanziatori e degli stessi ricercatori. Sia loro che gli Stati membri dellUE sono stati coinvolti attivamente come sottolinea la Commissione nella preparazione dei due documenti e hanno sostenuto liniziativa.
Nel link riportiamo, in proposito, una nota della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, il testo (in inglese) della Raccomandazione della Commissione (Commission Recommendation on the European Charter for Researchers and on Code of Conduct for the Recruitment of Researchers) di cui alla Comunicazione C(2005)576 final dell11.3.2005 e una nota del Consiglio Nazionale delle Ricerche Il Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano adotta la Carta europea dei ricercatori).
Questi due documenti che sono stati firmati anche dai presidenti degli Enti, degli Istituti e delle Fondazioni di ricerca italiani – costituiscono degli elementi chiave della politica UE volta a rendere
la ricerca una carriera attraente, un passo di vitale importanza per stimolare la crescita delleconomia e delloccupazione. La Carta e il Codice di condotta daranno ai ricercatori secondo la Commissione europea gli stessi diritti e doveri in tutta lUnione, mentre attualmente le loro carriere sono frammentate a livello locale, regionale, nazionale o settoriale. Inoltre, dovrebbe permettere allEuropa di sfruttare al meglio il proprio potenziale scientifico.
Per raggiungere lobiettivo del 3% del PIL dellUE destinato alla ricerca e allo sviluppo e nello stesso tempo far fronte allinvecchiamento della forza lavoro del settore sono necessari altri 700.000 ricercatori. Benché il loro numero sia aumentato da 5,4 ogni 1.000 lavoratori nel 1999 e 5,7 nel 2001, il dato è ben al di sotto del livello di paesi, come gli USA (8,1) e il Giappone (9,1) dove si investe di più. La potenziale mancanza di ricercatori potrebbe causare una seria minaccia allinnovazione, alla conoscenza e alla produttività dellUE in un futuro vicino e potrebbe mettere in pericolo il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e Barcellona.
Conseguentemente , lEuropa deve diventare più attraente per i ricercatori e aumentare la partecipazione delle donne nel settore. Inoltre, dovrebbe fornire ai ricercatori delle prospettive di carriera a lungo termine migliorando le loro condizioni di lavoro, rafforzando la ricerca e lo sviluppo come professioni e creando delle condizioni più favorevoli per la mobilità allinterno di un dato percorso di ricerca.
Lapplicazione pratica della Carta e del Codice di condotta sarà compito dei datori di lavoro, dei finanziatori e degli stessi ricercatori. Sia loro che gli Stati membri dellUE sono stati coinvolti attivamente come sottolinea la Commissione nella preparazione dei due documenti e hanno sostenuto liniziativa.
Nel link riportiamo, in proposito, una nota della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, il testo (in inglese) della Raccomandazione della Commissione (Commission Recommendation on the European Charter for Researchers and on Code of Conduct for the Recruitment of Researchers) di cui alla Comunicazione C(2005)576 final dell11.3.2005 e una nota del Consiglio Nazionale delle Ricerche Il Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano adotta la Carta europea dei ricercatori).
Fonte: Commissione Europea
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