Si tratta di un discorso rivolto a tutti po soggetti istituzionali operanti sulla base della Carta vigente, di un invito alla riflessione indirizzato in primo luogo al Parlamento, ma anche alla società civile, allopinione pubblica, alle forze politiche.
Gli equilibri tra le istituzioni possono, comè evidente, modularsi variamente nellambito della forma di Stato e della forma di governo propria di ciascun Paese: ma essi rappresentano un problema cruciale cui nessun sistema democratico può sfuggire E dunque anche gli equilibri disegnati nella Costituzione del 1948 possono essere rimodulati attraverso quella revisione di norme della Seconda Parte della Costituzione, cui legittimamente e comprensibilmente si intende procedere e che appare finalmente realizzabile quanto più ampia sia la condivisione che si consegua in Parlamento.
Quel che invece può produrre gravi danni e conseguenze sarebbe il tentativo di operare strappi negli attuali equilibri costituzionali senza definirne altri convincenti e accettabili, coerenti con i principi della Carta del 1948 e con fondamentali conquiste di libertà e di pluralismo, tra le quali, di certo, lindipendenza della magistratura.
A tutelare tale indipendenza chi vi parla è chiamato nella sua duplice veste di custode dei valori e dei precetti costituzionali in quanto Presidente della Repubblica, e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Ma non posso, oggi qui, tacere alcuni motivi di preoccupazione che avverto nel farmi carico, come non ho mai mancato di fare, di questa responsabilità.
(LG-FF)