“Diritti al lavoro – spiegano Porpora Marcasciano (presidente Mit) e Flavio Romani (presidente Arcigay) nella prefazione della guida – è uno slogan ma è anche un auspicio: quello che i lavoratori LGBT possano godere di pieni diritti nel loro luogo di lavoro e non subire più alcuna discriminazione in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere”. La lettura dei dati relativi al fenomeno delle discriminazioni, proseguono Marcasciano e Romani, “ci consegna l’idea di un mercato del lavoro che ancora non riesce ad includere e anzi a valorizzare le differenze di cui i lavoratori possono essere portatori”.
La guida “Rights at work. I diritti delle persone LGBT nel luogo di lavoro” è la prima del suo genere realizzata in Italia: è un vademecum pensato per i lavoratori e le lavoratrici lgbt, per riconoscere le discriminazioni, dirette e indirette, distinguerle dalle molestie e dal mobbing, e sapere cosa fare e a chi rivolgersi in ciascuno di questi casi. La guida inoltre fa il punto sugli strumenti legislativi che insistono sul tema ed è corredata da un’appendice di Frequently Asked Questions (FAQ), che danno indicazioni sui diritti dei lavoratori e delle lavoratici lgbt in caso di cambio di sesso, di congedi parentali o permessi per l’accudimento dei figli nelle famiglie omogenitoriali, di tutela dei dati sensibili (come lo stato di salute) e di assenza prolungata per terapie hiv, di permessi per l’assistenza del partner, di reversibilità dei fondi di previdenza in caso di decesso del o della partner.