Chiesto dall’ UE il divieto di pubblicità per i prodotti del tabacco

Il 2 dicembre 2002 è stato raggiunto a Bruxelles un accordo politico del Consiglio dei ministri UE sull’ adozione di una apposita direttiva

Dopo la Raccomandazione del Consiglio dell’ Unione Europea del 17 giugno 2002 (COM(2002)303 definitivo) sulla prevenzione del fumo e su iniziative per rafforzare la lotta contro il tabagismo il 2 dicembre 2002 è stato raggiunto a Bruxelles un accordo politico del Consiglio dei ministri della sanità dell’ UE sull’ adozione di una Direttiva che metta al bando qualsiasi tipo di promozione pubblicitaria dei prodotti del tabacco, comprese le sponsorizzazioni durante gli eventi pubblici di carattere internazionale come la Formula Uno. La decisione dovrà essere introdotta dagli Stati membri nella legislazione comunitaria entro due anni dall’ entrata in vigore della direttiva, ovvero non oltre il 31 luglio 2005.Gli euroministri della sanità, hanno anche dato il via libera a una raccomandazione che permetterà sostanzialmente ai paesi membri della comunità di rafforzare ulteriormente la normativa.Il divieto interesserà, in particolare, la pubblicità su giornali e periodici, nelle trasmissioni radiofoniche, televisive, indipendentemente dalla tecnologia impiegata ( radiodiffusione, cavo o satellite). Per quanto riguarda le sponsorizzazioni, il divieto riguarderà, oltre alle trasmissioni radiofoniche, anche la distribuzione gratuita o a prezzi ridotti di prodotti del tabacco, nonché le manifestazioni o eventi che hanno un effetto transfrontaliero. A commento della ” Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di pubblicità e di sponsorizzazione a favore dei prodotti del tabacco “, il Commissario europeo alla Sanità, David Byrne, nel ricordare che la Commissione aveva presentato questa proposta sulla pubblicità del tabacco ben 18 mesi fa e che il ritardo è dovuto anche a una cattiva e deviante informazione, ha dichiarato che si tratta comunque di un grande passo in avanti, dovuto anche al realismo degli Stati membri che hanno votato una normativa non perfetta, ma che può diventare uno strumento importante per la lotta contro ilo fumo.Nel documento che è stato diffuso dal sito web dell’ europarlamento e che riportiamo nel link, tra le varie dichiarazioni riportate, oltre quella del Commissario Byrne, vi è quella dell’ europarlamentare Dimitrios Tsatsos (PSE) che ha snocciolato una serie di dati sul tabagismo: più di tre milioni le vittime del tabacco nel mondo ( 500.000 gli europei); si inizia a fumare sempre prima ( il 90% ha iniziato prima dei 18 anni); le fumatrici sono in aumento e di conseguenza anche le nascite premature; le malattie respiratorie aumentano. Queste e altre ragioni hanno spinto i responsabili UE a limitare la pubblicità per i prodotti del tabacco, per difendere la salute. La direttiva in esame sostituisce la direttiva precedente ( approvata nel 1998 ma annullata dalla Corte di Giustizia nel 2000 ) e cerca di armonizzare le normative nazionali per agevolare il funzionamento del mercato interno. Riprendendo questo argomento, il Commissario Byrne ha dichiarato che la nuova proposta segue gli orientamenti indicati nella sentenza della Corte ( che aveva annullato la precedente direttiva perché eccedeva i limiti di ciò che l’ Unione poteva fare nell’ ambito dei suoi poteri sul mercato interno) in quanto non è contraria a una proposta fondata sull’ articolo 95 del Trattato.Tutti gli Stati membri hanno approvato legislazioni nazionali sulla materia e i rispettivi regolamenti – ha continuato Byrne – risultano essere molto coerenti: si vuole quindi arrivare a un’ armonizzazione. Questa direttiva ha una portata limitata rispetto alla precedente, ma l’ ambito giuridico non ci permette di spingersi fino al divieto totale. E’ necessario infatti assicurarsi che non vi siano motivi di ricorso alla Corte di Giustizia. La proposta è stata costruita con attenzione; qualsiasi indebolimento aprirebbe la porta dei ricorsi e non ci si può permettere che ciò accada.

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