Lo studio evidenzia un lieve aumento (+2,03%) della produzione dei rifiuti nel 2014, termometro inequivocabile di una ripresa dei consumi e, al contempo, un aumento della raccolta differenziata (+3,67%) che ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi di riciclo in moltissime realtà.
Allungando lo sguardo all’Italia nel suo complesso, scopriamo ancora una volta che ci troviamo di fronte a un Paese a due velocità, con un Nord dotato sia di impianti più adeguati che di una maggiore sensibilità rispetto alla tematica. Se le regioni del Centro-Nord raggiungono in media quasi il 50% di effettivo riciclo la gran parte del Mezzogiorno, in assenza di provvedimenti straordinari, difficilmente riuscirà a centrare l’obiettivo entro il 2020.
Le Regioni che hanno superato nel 2014 la percentuale del 50% di materiali avviati a riciclo sono Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Sardegna e la “new entry” Emilia-Romagna. Valle D’Aosta, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania sono invece vicine al raggiungimento dell’obiettivo.
I comuni che hanno raggiunto l’obiettivo del 50% di avvio a riciclo sono stati 3.141 (40% in più rispetto al 2013); 9 comuni e due città metropolitane – San Giovanni in Persiceto, Bacoli, Mantova, Fano, Pozzuoli, Guidonia, Parma, Modena, Ravenna, Torino e Milano – hanno ricevuto un riconoscimento per aver centrato l’obiettivo “2020” della direttiva europea del 1998.
“Tutti indicatori – ha spiegato Bernocchi – che mettono in luce come l’Italia sia un sistema virtuoso che non solo non ha niente da invidiare agli altri paesi ritenuti a torto migliori, ma che oggi costituisce, all’interno dello stesso contesto europeo, un modello da imitare. E questo è vero anche in una situazione di crisi strutturale delle regioni del Sud, dove però iniziano a vedersi dei timidi segnali di miglioramento. E’ quindi un’Italia pronta a cogliere la sfida del passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, un Paese nel quale molti Comuni hanno già sviluppato un’industria del riciclo efficiente che ha trasformato i rifiuti in una reale opportunità di sviluppo per i territori”.
Da questo punto di vista, il progressivo aumento della qualità del materiale conferito ai Consorzi del CONAI e successivamente reimmesso nei cicli produttivi è la prova di una ormai consolidata attitudine dei cittadini alla pratica della corretta separazione delle matrici recuperabili. Ma è ormai inevitabile che i cambiamenti climatici impongano di valutare l’impatto ambientale del sistema integrato della gestione dei rifiuti: l’aumento di CO2 (+3,72%) rilevato nel 2014 non va interpretato in chiave negativa, ma è strettamente legato all’aumento dei consumi e quindi dei rifiuti raccolti.
“Dopo l’esperienza maturata durante il precedente Accordo Quadro Anci Conai 2009-2013” – dichiara Luca Piatto, responsabile Area Rapporti con il Territorio di Conai – “la Banca Dati Anci Conai si presenta, al 5° anno di attività, come una grande opportunità per i comuni per conoscere l’intero ciclo di gestione dei rifiuti di imballaggio: dalla raccolta al riciclo.”
Lo stesso Accordo Quadro si conferma il punto di riferimento per 59 milioni di cittadini, coinvolgendo 7.800 comuni e gestendo oltre 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio: in aumento del 7,7 % rispetto al 2013.