Torino, 29 novembre 2018
Il SSN («periferia abbandonata e dimenticata») è ancora in vita, pur molto indebolito da potenti spinte verso la riduzione delle coperture prestazionali, e il ritorno a sistemi mutualistici su base occupazionale “pre-833” (sotto l’ombrello del cosiddetto “welfare aziendale”).
Nella progressiva riduzione del welfare, i problemi economici vengono sempre più spesso utilizzati per giustificare il ridimensionamento “complessivo” della sanità pubblica e per tendere verso la sanità integrativa (de-finanziando le prestazioni pubbliche che vengono “compensate” con le mutue assicurazioni e con il terzo settore) e verso l’espansione di forme di assicurazione sanitaria su base del tutto privatistica.
Oggi le necessità di salute della collettività e dei singoli si sono fatte sempre più complicate e dovrebbero implicare approcci molto più articolati, non solo di tipo “difensivo” ma anche di tipo attivo: di promozione della salute individuale, collettiva, ambientale, nei luoghi di via e di lavoro; approcci che attraversino tutte le attività degli esseri umani anche modificandone i rapporti con ciò che li circonda.
Coordina Andrea Dotti
Relazioni:
Giovanni Ferrero: Uno sguardo su un percorso
Angelo D’Errico: il ruolo dell’occupazione e delle condizioni di lavoro nella genesi delle disuguaglianze di salute
Roberto Di Monaco: La salute disuguale alla prova della crisi: fattori di vulnerabilità, resilienza
e capacitazione.
Fabrizio Ferraris: Lavoro, precarietà: il ruolo degli S.Pre.S.A.L. nella tutela della salute dei lavoratori.
Claudio Calabresi: Cambia il lavoro: cambiano anche i rischi e i danni alla salute?
Fulvio Perini: Salute, occupazione e tempi del lavoro
Dibattito. Coordina Giovanni Ferrero
Partecipano:
Benedetto Terracini
Beppe Baffert
Elena Ferro (CGIL/CISL/UIL)
Roberto Rinaldi (U.I. Torino)
Carlo Torretta (C.N.A. Torino)
Conclusione e saluti: Nerina Dirindin