Gli indicatori utilizzati servono dunque a pesare la sostenibilità ambientale delle città e, quindi, in particolare, il carico che le attività economiche e gli stili di vita generano sulle risorse ambientali e la qualità delle risposte messe in atto.
Nel corso degli ultimi anni linsieme delle città italiane ha mostrato un leggero miglioramento sulla gran parte dei parametri relativi alla qualità ambientale ed alla gestione, mentre sono incrementati i carichi ambientali, in particolare consumi energetici, carburanti e rifiuti.
E fondamentale, però, ricordare che la complessiva qualità ambientale di una città include una molteplicità di fattori non sempre misurabili. Si pensi, ad esempio, a tutta una serie di aspetti come la struttura urbanistica, lintegrazione tra spazi verdi ed edificato, la qualità e laspetto degli edifici, il clima che sono difficilmente riconducibili ad un indicatore numerico.
Lobiettivo sostanziale che si è posto Ecosistema Urbano 2009 è stato quello di misurare in qualche modo la febbre ambientale delle città e lefficacia delle prescrizioni messe in atto: lungi dal rappresentare un Oscar assegnato alla qualità ambientale complessiva di unarea, esso vuole essere una sorta di termometro della sostenibilità.
Dal punto di vista geografico della qualità ambientale, il Rapporto ci rivela che Belluno si afferma per la seconda volta consecutiva (cosa riuscita in passato a Pavia e a Cremona), mentre Trento e Bolzano sono rispettivamente terza e sesta. Larco alpino, insomma, è ben rappresentato nella top ten, dalla quale invece sparisce la Lombardia, regione che spesso aveva espresso la città leader: ora l sua migliore esponente è Mantova, 12°. Tra le prime dieci ci sono anche due toscane (Siena, che sale in seconda posizione, e Prato, ottava) e due liguri (Savona, settima, e La Spezia, nona). Venezia al decimo posto, è la seconda della sua regione. A Piemonte ed Emilia Romagna vanno rispettivamente la quarta e la quinta piazza con Verbania e Parma.
In genere il Meridione rimane indietro. La novità è che questa volta lultimo capoluogo in assoluto, Frosinone, appartiene al Centro (era già avvenuto nove anni fa con Latina), ma la sostanza cambia poco. Sud ed Isole fanno la loro prima comparsa grazie a Cagliari, 35°, e occupano 15 delle ultime 20 posizioni.
Tuttavia, se si passa dalla classifica generale a quelle di tappa come scrive Giacomo Bagnasco sul Il Sole 24 ore ecco qualche indicatore in controtendenza: Catania stravince nella nuova classifica che riguarda la quasi inesistente emissione di anidride carbonica da parte dei mezzi pubblici e Cosenza ha i migliori valori medi annui nelle polveri sottili; a Caserta, Nuovo e Teramo il rischio ozono è lontano, mentre non ci sono nitrati nellacqua di Vibo Valentia; Benevento è prima per linstallazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici comunali.
Infine, per quanto riguarda le città più grandi, quelle oltre i 200mila abitanti si nota il passo avanti di Milano (dal 58° al 49° posto della classifica generale) e quello indietro di Roma (dal 55° al 70°). Venezia e Genova, le migliori, occupano il 10° e 11° gradino, mentre la peggiore, Catania, è 101°.
(LG-FF)