Le ultime 14 città di questo anno (non sono molto diverse da quelle del 2007 o anche del 2003) sono tutte di cinque regioni: Sicilia (7), Calabria (3), Lazio (2), Campania (1). E,a sorpresa, Matera: ma in questo caso si tratta di una posizione che dipende da carenza di dati.
Attenzione però: il divario segue in gran parte i confini tra Nord e Sud, m senza automatismi. Un podi città meridionali (e praticamente tutta la Sardegna) hanno prestazioni complessive migliori delle medie nazionali dei singoli indicatori e di città del centro-nord.
Sgombriamo il campo dallidea che queste città siano in ritardo perché (o solo perchè) a più basso reddito: Frosinone ultima in classifica ha lo stesso prodotto interno lordo pro capite di Verbania, che è invece tra le prime cinque, Catania (la terzultima) ha un pil pro capite superiore a Campobasso (che è 63 posizioni sopra nella classifica), Catanzaro ha un reddito pro capite superiore a Cagliari ma più di 15 punti in meno nella classifica di qualità ambientale.
E quando guardiamo li indici più caratteristici dei consumi (i consumi elettrici, la produzione di rifiuti, le auto pro capite e i consumi di carburanti) questo gruppo di città non si configura come eccezionalmente svantaggiato: il numero di auto pro capite è perfettamente allineato alla media nazionale, i consumi elettrici domestici anche (solo meno 1%), la produzione di rifiuti urbani pro capite è inferiore appena del 7% e i consumi di carburante del 10% (ma si tratta di aree dove incide molto meno che nella media nazionale il trasporto merci).
Inoltre, nonostante fattori di pressione leggermente più bassi, in queste città i problemi ambientali non sono meno urgenti. Anche senza scomodare labusivismo e lo smaltimento illegale di rifiuti, in questi centri urbani la qualità dellaria e quella delle acque potabili sono peggiori della media nazionale.
Ma dove la distanza diventa eclatante è su tutti quegli indicatori che chiamano in causa la qualità delle politiche e del governo. Linfrastrutturazione ambientale è decisamente meno sviluppata della media nazionale: sol no depurate il 70% delle acque contro una media dell85%, la capacità di trasporto pubblico è meno della metà della media nazionale (nelle classi demografiche corrispondenti), la disponibilità di verde urbano è addirittura del 60%. Le politiche ambientali attive sono deboli se non inesistenti: la raccolta differenziata è a un terzo della media nazionale (ancora sotto gli obiettivi di legge), zone a traffico limitato e piste ciclabili sono quasi inesistenti (il 15% della già modesta media nazionale), le azioni ambientali positive (acquisti verdi, politiche di risparmio energetico, ecc.) hanno una diffusione largamente inferiore anche alla media nazionale.
Dietro le città che migliorano o che peggiorano nella loro qualità ambientale ci sono poche condizioni oggettive.c?è la qualità del governo. Cè la qualit-à delle politiche del governo locale e anche (e non ultimo) la qualità della cultura locale:Questo e niente altro spiega perché qualcuno migliora, molti invecchiano, altri addirittura peggiorano.
(LG-FF)