Idee e proposte per rilanciare le fonti rinnovabili in Italia

Nel novembre scorso, Legambiente ha presentato il Dossier sulle fonti energetiche rinnovabili in Italia, evidenziando la necessità di intensificare i programmi di sviluppo nel settore che a livello mondiale stanno assumendo un peso sempre più rilevante nella bilancia energetica.

Le fonti energetiche rinnovabili stanno vivendo una stagione di grande sviluppo a livello mondiale con un livello sempre più rilevante nella bilancia energetica. Gli investimenti nella ricerca e nell’ innovazione tecnologica, la diffusione e la sperimentazione in diversi paesi ha permesso di realizzare una crescita di potenza ed efficienza degli impianti impensabile solo dieci anni fa. E’ quanto si legge nella introduzione al Dossier di Legambiente, presentato lo scorso novembre a Roma, su “ Idee e proposte per rilanciare le fonti rinnovabili in Italia”. L’ Italia – afferma Legambiente – è rimasta ai margini di questo scenario che stà aprendo prospettive pochi anni fa impensabili rispetto alle fonti energetiche pulite. Considerando la produzione energetica complessiva, le rinnovabili in Italia tra il 1990 e il 2002 sono passate dal 7,7% all’ 8,7%. Ma in realtà la quota di rinnovabili vere e proprie (escludendo il grande idroelettrico e i rifiuti, sulla cui definizione di “ rinnovabilità” si è scagliata contro anche l’ UE) è ferma al 4,6%. L’ Italia stà infatti faticando a seguire il passo dello sviluppo mondiale che riguarda proprio le fonti rinnovabili innovative (come il solare e l’ eolico), quelle per le quali le prospettive di crescita sono più consistenti e il cui ruolo è oggi più significativo nella direzione di ridurre la dipendenza dal petrolio e le emissioni climalteranti come stabilito dal Protocollo di Kyoto. Senza una chiara inversione di tendenza delle politiche che riguardano il settore energetico, che punti sul rilancio delle fonti rinnovabili e sulla riduzione dei consumi, sarà impossibile- afferma Legambiente – invertire la crescita delle emissioni di CO2. Il 16 febbraio 2005 sarà una data storica, perché entrerà definitivamente in vigore il Protocollo di Kyoto, a seguito della ratifica della Russia. Un appuntamento che riguarda tutti i Paesi Europei, ma soprattutto quelli che hanno aumentato le proprie emissioni di CO2 – come l’ Italia con oltre il 9% in più rispetto al 1990, invece di una riduzione del 6,5% – perché nei prossimi anni entreranno in vigore i meccanismi di verifica e di sanzione nei confronti dei Paesi previsti dal Protocollo con conseguenze che solo in parte sono state comprese e valutate da parte del sistema industriale italiano.

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