Il centenario della nascita del sindacato italiano dei minatori

E’ stato celebrato il 19 gennaio scorso a Massa Marittima,dove venne costituito il 27 aprile 1902

Il 19 gennaio 2003, per iniziativa della Filcea-Cgil, il sindacato dei lavoratori chimici e minerari nazionale e regionali della Sardegna e della Toscana, in stretta collaborazione con la Fondazione ” Di Vittorio”, l’ Università di Teramo, la Provincia e la Camera del Lavoro di Grosseto, è stato celebrato a Massa Marittima, con un convegno al quale hanno partecipato storici e sindacalisti, tra i quali l’ ex segretario nazionale della CGIL, Sergio Cofferati, il centenario della fondazione del sindacato nazionale dei minatori, avvenuta proprio nell’ antica città mineraria maremmana il 27 aprile 1902. Questa iniziativa, che fa seguito a quella svoltasi recentemente ad Iglesias, non poteva che svolgersi, nonostante tutte le vicissitudini che la categoria dei minatori ha incontrato nel tempo, in una terra come l’ Alta Maremma che, per secoli, dalle miniere e dal lavoro dell’ uomo all’ interno e all’ esterno di esse, ha forgiato in gran parte la sua storia, fatta di sacrifici, di lutti, di fatica e di grandi battaglie sindacali. La storia del movimento operaio maremmano e nazionale, passa proprio attraverso quelle miniere delle Colline Metallifere di cui Massa Marittima è stata dagli etruschi in poi la capitale.Vogliamo ricordare, in proposito, che a Massa Marittima furono redatti gli ” Ordinamenta super arte fossarum argenteriae ed rameriae civitas Massae”, noti sotto la denominazione di ” Codice Minerario Massetano”, ovvero il primo codice minerario d’ Europa, redatto nel 1325, ma iniziato alla fine del XIII secolo. E’ facile rendersi conto che le miniere sono sempre state la spina dorsale della Maremma. Con questo Convegno, sono emersi non soltanto i tanti ricordi, la storia, la memoria collettiva di chi abita o di chi ha vissuto in questa terra, ma una parte importante della storia del movimento operaio. Le leghe dei minatori e la solidarietà sono stati per moltissimi anni una splendida realtà e la base su cui è nata la democrazia e le conquiste, non sempre indolori, delle classi lavoratrici, come lo statuto dei lavoratori. Per il movimento sindacale, quel 27 aprile del 1902, con la fondazione del sindacato nazionale dei minatori, fu una tappa importante verso l’ unità di tutti i lavoratori. Questo nuovo sindacato di categoria fu costituito, infatti, unendo le vecchie leghe dei minatori di Massa, Boccheggiano, Tatti, Montieri, Castelnuovo e Montecatini Val di Cecina, dando vita alla Federazione nazionale dei lavoratori delle miniere”, cioè l’ organizzazione che di fatto ha anticipato la nascita del sindacato nazionale dei chimici della Cgil. Il segretario provinciale della Fulc-Cgil di Grosseto, Silvano Polvani, ha detto giustamente che con questa celebrazione abbiamo voluto ” ricordare i 100 anni di storia sindacale, politica e sociale, tenendo ben presente come le miniere per secoli hanno davvero caratterizzato non solo l’ aspetto economico, ma anche il profilo storico, sociale e culturale dei territori, in Toscana delle Colline Metallifere, e, in Sardegna, dell’ Iglesiente. Si tratta di una storia così ricca di eventi significativi e di grande umanità che abbiamo il dovere di riportare alla memoria di chi l’ ha vissuta direttamente e indirettamente, e, insieme, di farla conoscere, soprattutto, alle nuove generazioni”. Infatti, gli interlocutori di questo Convegno che ha coinvolto l’intera comunità delle Colline Metallifere, sono state proprio le giovani generazioni che vivono e operano nell’ ex comprensorio minerario maremmano. In quest’ ottica, il prossimo primo maggio, saranno pubblicati gli atti del Convegno. La storia del sindacato dei minatori, le vicissitudini delle lotte sindacali per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, ed il loro intreccio con gli eventi politici e storici dell’ intero secolo, sono stati ripercorsi e analizzati, ricostruendo un grandioso affresco sociale di un pezzo importante d’ Italia. Ciò non fa dimenticare, però, che ” il pane delle miniere è stato amaro, anche se ha sfamato tanta gente”

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