Il nuovo disastro ecologico provocato dalla petroliera Prestige

Si ripropone l’ applicazione della direttiva 2002/59/CE del 27 giugno 2002

E’ stato scritto che il disastro ecologico provocato dalla petroliera Prestige, con 77 mila tonnellate di olio combustibile a bordo, naufragata al largo delle coste spagnole provocando una marea nera che ha colpito la Galizia e il Portogallo, era prevedibile in quanto si trattava di una imbarcazione condannata al naufragio senza l’ applicazione della Direttiva 2002/59/CE del 27 giugno 2002 – pubblicata sulla G.U.C.E. L 208 del 5 agosto 2002 – relativa all’ istituzione di un sistema di monitoraggio del traffico navale e d’ informazione che abroga la direttiva 93/75/CEE del Consiglio”. Questo strumento normativo di cui l’ Europa si è dotata dopo il naufragio di un’ altra petroliera, l’ Erika, sembrava scongiurare per sempre disastri ambientali di queste dimensioni. Infatti la direttiva prevede un rafforzamento dei controlli nei porti, aumentando il numero degli ispettori, e la pubblicazione di una ” lista nera” delle navi a rischio.E’ prevista anche l’ istituzione di un’ Agenzia europea per la sicurezza marittima ( che però dovrà entrare in funzione nel 2003) in grado di valutare l’ efficacia delle misure prese e di raccogliere tutte le informazioni dei controlli operati nei porti comunitari. Altri provvedimenti comunitari prevedono anche l’ eliminazione delle navi a scafo semplice a favore di quelle a doppio scafo. Dopo la catastrofe provocata dalla Prestige al largo delle coste spagnole, il Parlamento europeo ha sollecitato il Consiglio e gli Stati membri ad accelerare l’ esecuzione delle misure per la sicurezza marittima previste dalla citata direttiva, nonché ad adottare misure immediate per limitare l’ impatto dell’ inquinamento e favorire il ripristino e la preservazione delle coste. Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di investigare sulle responsabilità e le circostanze dell’ incidente ed esige un equo risarcimento dei danni ecologici, economici e sociali causati dalla marea nera.Si chiede in particolare l’ immediata attuazione della proposta volta a creare un fondo europeo supplementare di un miliardo di euro per il risarcimento dei danni provocati dall’ inquinamento e la rapida attuazione del FIPOL ( Fondo internazionale per l’ indennizzo dei danni causati dall’ inquinamento da idrocarburi). Per i rimborsi, i parlamentari europei hanno chiesto che sia applicato il principio ” chi inquina paghi”. La Commissione è poi invitata a compilare, di concerto con gli Stati membri, un inventario delle zone marittime e/o alieutiche europee che richiedono una particolare tutela. Dovrebbero infine essere modificati gli attuali corridoi marittimi per il trasporto di idrocarburi e sostanze pericolose nelle acque comunitarie, onde allontanarli dalle coste e dalle zone sensibili. La Commissaria europea responsabile per i trasporti e l’ energia, Loyola de Palacio, ha sottolineato come una simile catastrofe avrebbe potuto essere evitata se tutte le proposte avanzate dalla Commissione europea fossero state adottate e messe in pratica. ” L’ incidente della Prestige – ha dichiarato ancora la de Palacio – dimostra che le misure concordate a livello comunitario dopo il caso della petroliera Erika vanno al cuore del problema e devono essere applicate urgentemente”. Si tratta di una grave catastrofe ecologica e socio economica con notevoli ripercussioni sulle attività di pesca e sul turismo della regione. Secondo le stime, il ripristino dell’ equilibrio ecologico dell’ area richiederà come minimo quattro anni.

Fonte: Eur-Lex

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