Il Rapporto del CENSIS sullo stato sociale del Paese

Nei giorni scorsi il CENSIS ha presentato un documentato Rapporto sullo stato sociale del Paese dal quale emerge un futuro pieno di incognite: la percezione dell’ impoverimento da parte dei lavoratori e pensionati . Il cittadino dà più peso al caro-vita e all’ inflazione che al taglio delle tasse. Ci si arrangia con il lavoro sommerso e con l’ evasione : 46 euro su 100 occultati.

“ Verosimilmente è stata più forte la paura di impoverire che l’ impoverimento reale, ma è anche vero che in questo periodo si guarda al futuro con timore diffuso; e che le paure collettive non devono mai essere sottovalutate, tanto più traggono alimento dal disagio oggi esistente nel grande segmento sociale del ceto impiegatizio a reddito fisso , che più pesantemente avverte l’ insostenibilità della crescita del costo della vita. Ma sarebbe disonesto dimenticare che i dati dell’ anno in corso segnalano un forte aumento della patrimonializzazione delle famiglie, un forte aumento degli investimenti immobiliari, un buon incremento degli investimento mobiliari e dei loro rendimenti, un relativo attestarsi su comportamenti di medietà dei consumi. Dovremo forse aspettare ancora del tempo per capire se nel prossimo futuro vincerà nella psicologia collettiva la drammatizzazione dell’ impoverimento o ancor più una cinica propensione a prescindere da preoccupazioni economiche “. Questo , e molto altro ancora, leggiamo nel capitolo dedicato alle Considerazioni generali del Rapporto 2004 del CENSIS sullo stato sociale del Paese che è stato presentato nei giorni scorsi e di cui è possibile scaricare il Testo integrale dal sito www.censis.it.
Il Rapporto descrive un’ Italia il cui futuro è la grande incognita e dove cresce il timore per la disoccupazione e le pensioni e vcrollano le spese per il tempo libero. Un’ Italia che grida queste preoccupazioni oggi più di tre anni fa ( + 70, 1%). E non perde tempo davanti alla TV quando vanno avanti i programmi spazzatura. Viene cercato – per chi può – il rifugio nel bene casa , ma le porte e le finestre sono sempre più blindate per avere la sensazione di una maggiore sicurezza, spendendo in media 700 euro per dispositivi di tutela ( + 7%), mentre “ fuori “ crescono i crimini più violenti: gli omicidi ( + 11, 4%) e le rapine ( + 4, 4%). I pessimisti sono cresciuti di otto punti rispetto al 2001. Un paese che guarda a “ieri” e all’ altro “ieri” prima che al futuro. Condizionato dalla paura di scoprirsi anno dopo anno più povero e da una “ crescente crisi di leadership”. Così fenomeni a lungo “ negati” e “ disprezzati – rivela il CENSIS – vengono oggi accettati: il sommerso , la forza della piccola impresa, la proliferazione del lavoro individuale, la medietà dei comportamenti di consumo. La paura di regredire è più forte dell’ impoverimento reale, alimentata dal disagio del segmento sociale del ceto impiegatizio a reddito fisso , quello che più pesantemente avverte l’ insostenibilità della crescita del costo della vita. Ma fra le preoccupazioni degli italiani vi è anche quella dei prezzi, ovvero l’ inflazione: per il 45% degli italiani è il più importante dei problemi, rispetto alla media dell’ UE che è del 18%, più di quello delle pensioni (11%), della disoccupazione (34%) e della situazione economica in generale (29%).Per il benessere della famiglia il 49, 4% degli italiani chiede servizi sanitari, che però sono a rischio estinzione.L’ 85% di coloro che sono stati ricoverati in ospedale promuove il Servizio sanitario nazionale. Il 20% vorrebbe città più vivibili e meno caotiche; l’ 11, 5% di beni e servizi a prezzi più bassi. Insomma, dall’ insieme dei tantissimi dati raccolti dal Censis emerge sostanzialmente una cosa: l’ incubo dell’ Italia 2004 si chiama povertà, confermando clamorosamente l’ abissale distanza tra la politica del governo e le preoccupazioni degli italiani.

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