ILO: sono discriminati 470 milioni di disabili in età da lavoro nel mondo.

L’accesso all’istruzione, alla formazione professionale e al reinserimento sono limitati e chi svolge una professione percepisce salari più bassi. I dati del rapporto dell’Organizzazione internazionale disegnano una realtà negativa: il tasso di occupazione è sensibilmente limitato rispetto alle persone che non hanno handicap

La denuncia nel nuovo rapporto presentato dall’Ufficio Internazionale del Lavoro ILO

L’accesso all’istruzione, alla formazione professionale e al reinserimento sono limitati e chi svolge una professione percepisce salari più bassi.

I dati del rapporto dell’Organizzazione internazionale disegnano una realtà negativa: il tasso di occupazione è sensibilmente limitato rispetto alle persone che non hanno handicap

Il rapporto è (scaricabile in allegato.

Per i disabili l’uguaglianza nel lavoro rappresenta una sfida continua.
Se la vita quotidiana è a volte piena di barriere e difficoltà, quando si affronta il problema dell’occupazione, la situazione si complica. Aumentano le denunce di discriminazioni, anche dove esiste una normativa in materia. Lo evidenzia l’ultimo rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) intitolato “Uguaglianza nel lavoro: la sfida continua” denunciando l’acuirsi del fenomeno discriminatorio nell’ambito lavorativo come causa diretta della crisi economica mondiale esplosa negli ultimi anni.

L’Ilo accusa i Paesi mondiali di non occuparsi di questo problema sociale, ma al contrario di investire le risorse solo per arginare i danni economici della crisi; sarebbe infatti auspicabile combinare alle politiche di crescita economica, interventi mirati per l’occupazione e per la tutela dei diritti dei lavoratori.

Secondo lo studio dell’Ilo, il 10% della popolazione mondiale, circa 650 milioni di persone, presenta una disabilità fisica, mentale, sensoriale o intellettuale. Fra loro, oltre 470 milioni sono in età lavorativa. Le discriminazioni per motivi di lavoro continuano ad esistere, come si rileva dal basso tasso di occupazione di questa categoria. Alcune categorie sono più a rischio: le persone colpite da Hiv/Aids possono subire discriminazioni quando si vedono imporre test obbligatori o comunque non volontari o che non garantiscono la riservatezza dei risultati.

Un altroaspetto riguarda i salari più bassi. Negli Stati Uniti un’indagine del Dipartimento del Lavoro ha rilevato come le persone con disabilità abbiano un tasso di disoccupazione del 16,2%, a fronte di un tasso del 9,2% per persone senza disabilità. In Svezia, invece, nel 2008, il 62% delle persone con disabilità ha un lavoro rispetto al 75% delle persone non disabili. In generale le persone con disabilità abbiano salari più bassi. Negli Stati uniti, nel 2007, il reddito medio di una persona con disabilità con un lavoro a tempo pieno tutto l’anno era di 34.200 dollari, rispetto ai 40.700 dollari per le persone senza disabilità.

Le discriminazione sul lavoro sono messe in evidenza anche dalle denunce presentate dagli stessi disabili. Durante il 2008-09, la Commissione australiana per i diritti umani ha ricevuto 980 denunce relative alla disabilità, il 43% di tutte le denunce ricevute. Oppure il caso canadese dove tra il 2007 e il 2009, 102 casi di discriminazione sul lavoro su un totale di 206 presentati alla Canadian human rights commission (Chrc) erano legati alla disabilità.

In allegato la sintesi del rapporto Ilo

(Pa-Ro)

Fonte: VITA.it

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