“Questi nuovi record segnano l’ennesima smentita delle tesi negazioniste che negli ultimi anni hanno ripetuto che il riscaldamento globale si era fermato. Avevamo detto che non era così e ora c’è la conferma ufficiale. Secondo i centri di ricerca che ogni anno analizzano i dati delle temperature globali, il 2014 è stato l’anno più caldo da quando esistono misurazioni delle temperature dell’atmosfera che permettono di ricostruire la medie globale, circa 150 anni.
I 10 anni più caldi di sempre, con l’eccezione del 1998 sono tutti stati registrati dopo il 2000.
Anche in Italia il 2014 è stato un anno record e i dati confermano come la nostra penisola si stia scaldando più velocemente della media globale e di altre terre emerse del pianeta”.
L’aumento delle temperature in Italia nel 2014 è stato di +1.45°C rispetto al trentennio 1971-2000; rispetto a questo stesso periodo il riscaldamento medio globale nel 2014 è stato di circa 0.46°C. È normale che in un territorio più piccolo la variabilità sia più elevata e quindi ci siano massimi di temperatura più elevati, ma la tendenza del riscaldamento globale per l’Italia è una volta e mezzo quella delle media delle terre emerse e il doppio di quella di tutto il pianeta, mari compresi.
Non c’è dubbio che la causa del riscaldamento globale siano le emissioni dei gas climalteranti delle attività umane. Spiega Caserini: “Ormai su questo la comunità scientifica ha raggiunto un consenso vastissimo. Siamo ampiamente fuori dalla variabilità naturale del clima; il clima cambia velocemente e le attività umane, in particolare la combustione dei combustibili fossili, ne sono la causa principale negli ultimi decenni, come riportato dall’ultimo rapporto IPCC.”
Anche se la situazione del clima è sempre più preoccupante secondo Caserini una buona notizia c’è: “Numerosi studi dimostrano che è possibile ridurre le emissioni senza danneggiare il sistema economico, in diversi casi addirittura con molti guadagni. Le azioni da mettere in campo sono molteplici e la principale è riuscire a lasciare sottoterra tre quarti dei combustibili fossili conosciuti”.