Ispra: consumiamo suolo ad 8 metri quadri al secondo

Bisogna fermare questo fenomeno non solo per salvaguardare l’ambiente, ma anche le nostre condizioni climatiche e geomorfologiche

In Italia si continua ad utilizzare troppo suolo: “8 metri quadri al secondo”. Lo rileva l’annuario dell’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale, sottolineando che bisogna fermare questo fenomeno non solo per salvaguardare l’ambiente, ma evidenziando anche come le nostre condizioni climatiche e geomorfologiche siano ad alto rischio. E’ necessario, quindi, stare più attenti sull’utilizzo delle risorse a nostra disposizione e nel contempo accelerare sugli interventi contro il dissesto idrogeologico.
Il consumo del suolo è di 8 metri quadri al secondo. Sono stati consumati, in media, più di 7 metri quadri al secondo per oltre 50 anni. Finora sono stati persi circa 22mila chilometri quadrati. Sono questi alcuni dati forniti nell’annuario dell’Ispra e che danno l’idea dell’entità della situazione. Inoltre è anche da tener presente la contaminazione del suolo derivante da attività industriali, gestione di rifiuti, attività minerarie, perdite da serbatoi e linee di trasporto degli idrocarburi.
Nel 2012 le stime del consumo di suolo a livello regionale mostrano che in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con le percentuali piu’ elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (valori compresi tra l’8 e il 10%).
Il 2013 e’ stato caratterizzato da precipitazioni al di sopra della media che hanno causato numerosi fenomeni franosi come in Toscana nel mese di marzo con oltre 600 frane nel solo bacino dell’Arno. In Italia le frane censite sono 499.511 e interessano un’area di 21.182 chilometri quadrati, pari al 7% del territorio nazionale. Nel 2013 sono stati censiti 112 eventi principali di frana, distribuiti su gran parte del territorio italiano.
Dal ministero dell’Ambiente è venuta una risposta parlamentare sulle misure di contrasto al rischio idrogeologico, comunicando al Parlamento che a partire dal 2010 sono stati investiti 2,09 miliardi di euro per oltre 1600 interventi finanziati.
I dati sono stati forniti dal ministero dell’Ambiente in commissione Ambiente della Camera. La norma che prevedeva questi interventi, spiega il ministero, ha permesso programmi straordinari attuati anche attraverso Accordi di programma tra ministero dell”Ambiente e le Regioni, a partire dai primi mesi del 2010, dopo l”individuazione da parte delle stesse Regioni degli interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio e della popolazione. Tuttavia, afferma il ministero, “le situazioni di criticità idrogeologica derivanti da carenze strutturali o causate da eventi emergenziali”, come le alluvioni recenti, “hanno determinato nuove e pressanti necessità di intervento”. Ma per continuare a favorire le azioni di salvaguardia e di contrasto al dissesto idrogeologico è indispensabile che queste siano escluse dai vincoli del patto di stabilità.

Fonte: Regioni

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