Italia inadempiente sul trattamento dei tessuti e delle cellule umani.

La Corte di giustizia europea, con Sentenza della Settima Sezione del 26 novembre 2009 h emesso una nuova condanna per l’Italia per la omessa trasposizione entro il termine stabilito delle prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani.

Nuova condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia europea sul trattamento dei tessuti e delle cellule umani. La condanna arriva solo dopo pochi giorni – la precedente è del 12 novembre scorso – di un’altra sulla stessa materia. Le direttive interessate sono complessivamente tre (una riguarda l’altra sentenza) e tutte relative a materie delicate su un argomento di per sé da trattare con le molle: la rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e l distribuzione di tessuti e cellule umani.

A bloccare tutto, così ha fatto sapere l’Italia alla Corte di Lussemburgo, è una commissione parlamentare che ha sollevato alcuni rilievi, bloccando il processo o l’iter legislativo per il recepimento della direttiva 2006/87/CE nell’ordinamento giuridico interno.

Gli Stati membri dovevano adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva stessa entro il 1° settembre 2007 e comunicare immediatamente alla Commissione tali disposizioni nonché una tavola di concordanza fra le stesse e la direttiva.

I giudici europei sono stati irremovibili. Nella Sentenza del 26 novembre, la Corte ricorda che l’esistenza di un inadempimento deve essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato e che la Corte non può tenere conto dei mutamenti successivi.Peraltro, uno Stato membro non può eccepire disposizioni, prassi o situazioni del proprio ordinamento giuridico interno per giustificare l’inosservanza degli obblighi e dei termini imposti da una direttiva. Da qui la condanna.

(LG-FF)

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