L’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane

Con il titolo “ Smog e dintorni 2006”, Legambiente ha presentato nei giorni scorsi uno dei suoi interessanti Dossier dedicato, questa volta, all’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane. Con l’estensione delle reti di monitoraggio e il miglioramento degli strumenti conoscitivi, oggi conosciamo senz’altro meglio la qualità dell’aria delle aree urbane.

Come leggiamo nella Premessa al Dossier di Legambienteche riportiamo integralmente nel link,oggi sappiamo come si è trasformato l’inquinamento da forme legate alla presenza di sostanze tradizionali quali oil piombo, l’anidride solforosa e il monossido di carbonio fino alla comparsa di nuovi inquinanti come il benzene, il benzo(a)pirene, gli Ipa (idrocarburi Policiclici Aromatici, il PM10; sappiamo inoltre che alcuni inquinanti permangono pressocxhè costanti come gli ossidi di azoto e l’ozono. Tutto questo lo si conosce, così come si è coscienti del fatto che il problema non è circoscritto a poche aree del Paese, ma coinvolge ormai tutti i centri urbani, dove si concentrano i 2/3 della popolazione. Ed è assodato che il traffico è la principale causa dell’inquinamento atmosferico e acustico delle aree urbane.
L’analisi svolta da Legambiente sulle città italiane evidenzia come anche per il 2004 l’aria delle città non ha goduto certo di ottima salute. Per le metropoli il quadro è tutt’altro che positivo e la situazione di inadempienza dei limiti stabiliti dalla normativa nazionale e comunitaria vigente riguarda praticamente tutte le principali città italiane. Il PM10 tre tutti l’inquinante che presenta le criticità maggiori. Se da una parte sono molti gli interventi per diminuire la concentrazione di polveri sottili nell’aria (blocchi del traffico,targhe alterne,qualità ambientale dei veicoli nelle città), l’efficienza delle scelte fatte risultano ancora scarsamente efficienti.In nessuna delle città considerate – si legge -, salvo Genova, Catania e Trieste (tutte città di mare e quindi maggiormente ventilate), il valore obiettivo dei 50(g/m3 da non superare per più di 35 volte in un anno viene rispettato. Se poi si considera il valore massimo solo Trieste è al di sotto della soglia di legge. In alcune città (Bari, Firenze,Padova, Roma, Torino e Verona), il valore limite è stato superato per poù di centro giorni all’anno e in particolare a Torino i superamenti sono stati quasi 200. Questo dato risulta particolarmente allarmante se si pensa che i giorni di superamento dovranno scendere a sette entro il 2010.
I preoccupanti livelli di inquinamento atmosferico – scrive Legambiente – sono causati per buona parte dal traffico veicolare che in città rappresenta la principale fonte di emissione di sostanze inquinanti. Inoltre i lunghi tempio di percorrenza di distanze anche molto brevi come in città l’automobile ha fatto il suo tempo e dimostra sempre più di non essere assolutamente il mezzo più adatto per spostarsi da un posto all’altro.

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