L’Intervento del Presidente della Repubblica alla seduta del CSM.

Il 9 giugno scorso, in occasione della seduta plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura, il Presidente Giorgio Napolitano è intervenuto sottolineando che “negli ultimi tempi, ho ritenuto di dover più volte ritornare sul tema degli equilibri costituzionali, come garanzia per il rispetto e l’affermazione dei principi fondamentali, per l’esercizio dei diritti e dei doveri, sanciti nella Carta, e come presidio di stabilità e di coesione per lo sviluppo della vita democratica”.

Proseguendo il suo intervento il Capo dello Stato, nonché Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura ha dichiarato che ha ritenuto di “dover dunque richiamare il senso dei limiti e degli equilibri entro i quali –nella moderna democrazia costituzionale – ogni istituzione rappresentativa, ogni potere e organo dello Stato può e deve svolgere il proprio ruolo”.

“Si tratta di un discorso rivolto a tutti po soggetti istituzionali operanti sulla base della Carta vigente, di un invito alla riflessione indirizzato in primo luogo al Parlamento, ma anche alla società civile, all’opinione pubblica, alle forze politiche”.

“Gli equilibri tra le istituzioni possono, com’è evidente, modularsi variamente nell’ambito della forma di Stato e della forma di governo propria di ciascun Paese: ma essi rappresentano un problema cruciale cui nessun sistema democratico può sfuggire “E dunque anche gli equilibri disegnati nella Costituzione del 1948 possono essere rimodulati attraverso quella revisione di norme della Seconda Parte della Costituzione, cui legittimamente e comprensibilmente si intende procedere e che appare finalmente realizzabile quanto più ampia sia la condivisione che si consegua in Parlamento.

“Quel che invece può produrre gravi danni e conseguenze sarebbe il tentativo di operare strappi negli attuali equilibri costituzionali senza definirne altri convincenti e accettabili, coerenti con i principi della Carta del 1948 e con fondamentali conquiste di libertà e di pluralismo, tra le quali, di certo, l’indipendenza della magistratura.

“A tutelare tale indipendenza chi vi parla è chiamato nella sua duplice veste di “custode” dei valori e dei precetti costituzionali in quanto Presidente della Repubblica, e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Ma non posso, oggi qui, tacere alcuni motivi di preoccupazione che avverto nel farmi carico, come non ho mai mancato di fare, di questa responsabilità”.

(LG-FF)

Fonte: Quirinale

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