Approfondimento “La compatibilità territoriale e gli stabilimenti Seveso-ter” di Diego Cerrone

Pubblichiamo l’approfondimento tecnico “La compatibilità territoriale e gli stabilimenti Seveso-ter” dell’Ing. Diego Cerrone, Funzionario responsabile Ufficio prevenzione e sicurezza tecnica Direzione regionale VV.F. Campania.

 

La compatibilità territoriale e gli stabilimenti “Seveso-ter”

Un caso particolare dell’applicazione del D.L.vo n. 105/2015 “Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose”, la cosiddetta “Seveso ter”, consiste nel verificare la compatibilità a posteriori di un edificio da realizzarsi nei pressi di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante. È possibile realizzarlo? La risposta in questo articolo, se avete un minimo di conoscenza della normativa applicabile. Ipotizziamo, per maggiore chiarezza, un primo caso di studio. Siamo nei pressi di un impianto di travaso ed imbottigliamento del GPL (gas di petrolio liquefatto) classificato sopra soglia ovvero con quantità di GPL in deposito ed in circolo maggiore di 200 tonnellate. L’analisi del rischio ha concluso che le aree di danno più estese sono quelle conseguenti a rilascio di GPL in fase liquida con produzione di vapore che, innescandosi, possono produrre un FLASH FIRE, ovvero una enorme fiammata. In pericolo sono quegli individui che si troveranno nelle aree di danno, mentre il rischio per le strutture sarà limitato dal momento che la fiammata sarà di effetto rapidissimo. Quali saranno le aree di danno in questo caso? Dobbiamo avvalerci dei contenuti del D.M. 15.05.1996 “Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto (GPL)”, nel quale, in caso di FLASH FIRE, le aree di danno sono due, quella entro cui la concentrazione supera il limite inferiore di infiammabilità del GPL (cosiddetto LFL) che viene definita area ad elevata letalità, e quella più esterna ove la concentrazione del GPL è superiore al 50% LFL, ma inferiore al valore di LFL, tale area è definita di inizio letalità. In figura 1 abbiamo riportato un esempio del caso in esame. Generalmente i raggi delle aree di danno dipartono dal punto centrale ove ha origine la perdita del GPL, ma, essendo tale punto non univocamente determinabile, è possibile che sia abbiano più punti di possibile perdita del GPL tanto da realizzare aree di danno di forma non circolare, ma policentriche. In figura 1 le aree sono rappresentate da un inviluppo delle aree possibili. La domanda è questa: è possibile realizzare una palazzina di 4 piani, 8 appartamenti per un volume complessivo di circa 10000 metri cubi (palazzina 1 o 2 o 3 in figura)? Come dovrà comportarsi il tecnico incaricato di valutare la fattibilità dell’opera? Come primo passo, gli consigliamo di leggere con attenzione il contenuto dell’art. 22 del D.L.vo n. 105/2015.

Fonte: Associazione Ambiente e Lavoro

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