Sono sempre più numerose le aziende del settore tessile che hanno scelto di adottare un modello economico sostenibile: delle 210 esperienze reali di Economia Circolare mappate da Ecodom, il principale consorzio di gestione dei RAEE, e dal CDCA, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, il 15,2% recupera tessuti e capi usati, rigenera fibre tessili, organizza scambio di vestiti e trasforma materiali di scarto come cartone, bucce di arance e pneumatici in abiti e accessori.
Secondo quanto emerge dal primo Atlante Italiano dell’Economia Circolare, a seguire sul podio si posizionano il settore alimentare (11%) con realtà che redistribuiscono il cibo in eccedenza nelle mense, costruiscono una rete di economia solidale che comprende comunità di supporto all’agricoltura, riusano i fondi di caffè per coltivare funghi. Seguono al terzo posto, con il 10,4%, le attività di raccolta e gestione dei rifiuti: dalla diversificazione degli scarti domestici, alla produzione di sacchetti ecosostenibili prodotti con carta riciclata, dalla realizzazione di eco-isole automatizzate per la differenziata, al riciclaggio di plastica, rifiuti, legno, vetro.
Quasi un terzo (30,4%) sono realtà no-profit, mentre l’1,4% è rappresentato da enti di ricerca. La maggior parte delle aziende presenti (37%) realizza prodotti circolari, ovvero progettati per renderne più facile lo smontaggio e riciclo, il 32% appartiene alla categoria servizi, il 15,2% ha scelto un modello produttivo circolare in grado di riciclare i propri scarti per creare nuovi prodotti.
Il Centro Italia guida la classifica, ma la Lombardia è sul podio. Ultima la Valle d’Aosta.
A livello geografico il Centro Italia guida la classifica italiana dell’Economia Circolare con il 37,6% delle realtà mappate, seguito dal Nord con il 35,7% e dal 26,6% del Sud e Isole. La più virtuosa delle Regioni è la Lombardia con il 19,5% delle attività, seguita dal Lazio con il 15,7%, dalla Toscana con l’11,4% e dalla Campania con il 9%. Fanalino di coda Umbria e Molise con solo due aziende inserite nell’Atlante. In Valle d’Aosta non è invece stata censita alcuna esperienza.