Ordine dei medici -Sanzioni al medico che denuncia l’irregolare.

I medici che denunciano gli immigrati irregolari, ai quali hanno prestato assistenza, potranno essere sanzionati per violazione del Codice deontologico.

Il Consiglio nazionale della Fnomceo (la Federazione degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), che nelle scorse settimane aveva già manifestato un “forte dissenso” all’emendamento del DDL Sicurezza che abroga il divieto di denunciare alle autorità gli immigrati irregolari che sik rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche, ha approvato al 21 febbraio all’unanimità un documento per ribadire le proprie perplessità sul provvedimento.

Ma anche per chiarire che la procedura di segnalazione si pone in netto contrasto con i principi della deontologia medica, espressi in particolare dal giuramento professionale e dall’articolo 3 del Codice deontologico, che impongono ai medici di curare ogni individuo senza discriminazioni legate all’etnia, alla religione, al genere, all’ideologia, di mantenere il segreto professionale e di seguire le leggi quando non siano in contrasto con gli scopi della professione.
Quindi per quei medici che si attenessero alla novità contenuta nel DDL Sicurezza approvato in prima lettura al Senato potrebbero scattare sanzioni disciplinari.

Viceversa, la Fnomceo si schiererà a fianco dei professionisti che, non segnalando gli irregolari e dunque non rispettando il contenuto dell’emendamento, “dovessero incorrere in procedimenti sanzionatori per aver ottemperato agli obblighi deontologici”.

Il Consiglio nazionale guidato da Amedeo Bianco, inoltre, ha sottolineato il pericolo insito nella possibilità di denuncia, “che creerà percorsi clandestini di cura, sottraendo al controllo della sanità pubblica le patologie diffusive emergenti che rappresentano un grave pericolo per ogni individuo e per la società tutta e che oggi sono monitorate e controllate”.

Per questi motivi i medici e odontoiatri italiani sollecitano un’audizione urgente per spiegare e motivare nel dettaglio la propria contrarietà all’intervento: “Il Consiglio nazionale – si legge nel documento – si appella al Parlamento con un fermo richiamo alle superiori esigenze di tutela della salute oltre che agli imprescindibili principi di solidarietà, patrimonio storico della nostra nazione.

E sollecita pertanto la Camera a non approvare questo emendamento, contrastante con i principi fondanti del rapporto persona malata e medico, ripristinando quanto previsto dalla normativa precedente”.
L’articolo 3 del Codice deontologico dei medici il cui testo integrale riportiamo nel link dice che:
“Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, n tempo di pace e di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute è intesa nell’accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisco e psichico della persona”.

(LG-FF)

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