Parlamento UE approva la ex direttiva Bolkenstein molto modificata

Approvata in 1.a lettura. Giovedi 16 febbraio il Parlamento UE, con 394 voti a favore, 213 contro e 34 astenuti, ha approvato l’ormai ex “Direttiva Bolkenstein” sui servizi, cancellando il principio ultraliberista del “paese d’origine”. Il nuovo testo prevede che il prestatore di servizi dovrà rispettare le leggi del paese dove opera e non quelle dello Stato di origine. Se non ci saranno intoppi il testo diventerà legge negli Stati dell’UE tra il 2009 e il 2011.

Con il voto di giovedì 16 febbraio, la libera circolazione dei servizi ha fatto un passo avanti. Dopo due anni di lavoro, il Parlamento europeo ha adottato a larga maggioranza, in prima lettura,la sua relazione sulla direttiva relativa ai servizi nel mercato interno, uno dei testi di maggiore importanza per l’ Unione europea. Il progetto iniziale, conosciuto come Direttiva Bolkenstein, dal nome del suo proponente Frits Bolkestein (liberale olandese) e Commissario europeo per la concorrenza e il mercato, è stato rivisto in profondità, ma l’obiettivo non è mancato: eliminare gli ostacoli alla libera circolazione dei servizi
La nuova direttiva, definita “direttiva di compromesso”, non solo ha abolito il principio del paese di origine, ma ha anche, di fatto, escluso dal suo ambito numerose professioni che il testo precedente comprendeva.
I settori fuori dall’ applicazione della direttiva, corretta e riveduta,sono le banche,le assicurazioni,i servizi finanziari, gas, elettricità, smaltimento rifiuti, trasporti (compresi o taxi), poste, porti,sanità, servizi sociali, casinò, notai, televisioni,stampa,lotteria, cinema.
Le facilitazioni previste dal nuovo testo si applicheranno alla ristorazione, all’edilizia, al settore dei parrucchieri, ai commercialisti, agli architetti e al turismo. Per queste professioni è prevista la rimozione degli ostacoli burocratici creati da ogni singolo Stato attraverso un sistema di autorizzazioni speciali. In questo modo di mira a incentivare lo sviluppo in un macro settore che produce cifcz il 70% del Prodotto interno lordo europeo.
Il Parlamento europeo, dunque, combinando l’accordo raggiunto dai due maggiori gruppi parlamentari con i suggerimenti della commissione per il mercato interno, ha praticamente riscritto la direttiva sui servizi nel mercato interno, eliminando, in particolare, il principio ultraliberista del “paese d’ origine” di cui all’art.16 della originaria direttiva adottando il quale l’Unione europea avrebbe definitivamente rinunciato alla pratica dell’ armonizzazione fra le normative dei singoli paesi.
La relatrice della nuova direttiva, Evelyne Gebhardt (PSE,DE) ha sottolineato che il Parlamento “ha ribaltato il senso della direttiva e l’ha orientata in una ottica sociale, a vantaggio dei cittadini”. Si tratta, occorre precisare, di una prima lettura che deve ora essere vagliata dalla Commissione e dal Consiglio. L’Esecutivo, durante il dibattito, si era detto disponibile a valutare le proposte che avessero ottenuto un ampio consenso all’Aula nella stesura della sua proposta che sarà presentata nel corso del prossimo mese di aprile.
Il testo della direttiva, così come emendato dal Parlamento dopo un turno di votazioni durata 118 minuti, ha raccolto 391 voti favorevoli, 213 contrari e 34 astensioni. La relativa risoluzione legislativa, d’ altra parte, ha ottenuto 394 voti favorevoli, 215 contrari e 33 astensioni.Prima di procedere al voto dei 434 emendamenti, il Parlamento europeo aveva respinto – con 153 voti favorevoli, 486 contrari e 1 astensione – la proposta di Verdi e Sinistra europea di respingere la direttiva.
Lo scopo della direttiva – come possiamo leggere nel documento che riportiamo nel link – è di realizzare un vero mercato interno dei servizi stabilendo un quadro giuridico volto a eliminare, da un lato, gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori di servizi e, dall’ altro, le barriere alla libera circolazione dei servizi fra Stati membri. I deputati europei hanno precisato che è si importante realizzare un mercato unico dei servizi ma, contemporaneamente, è anche necessario mantenere un equilibrio tra apertura dei mercati, servizi pubblici, nonché diritti sociali e dei consumatori. Il provvedimento, come si è detto, è passato in prima lettura e conseguentemente sono ancora numerosi i passaggi necessari affinché possa diventare legge. Se non ci saranno intoppi il testo diventerà applicabile negli Stati dell’ Unione tra il 2009 e il 2011. (LG)

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