Ponte sullo Stretto: lettera di messa in mora dell’UE all’Italia

La Commissione europea , dopo la segnalazione del WWF delle aree a rischio che a causa della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina verrebbero a trovarsi le due zone di protezione speciale (ZPS) dei versanti calabrese e siciliano, e dopo l’invio della documentazione sull’ inchiesta aperta dalla Procura romana avviata nel febbraio 2004 a seguito di un’ esposto di Legambiente, ha aperto una procedura d’infrazione verso l’ Italia.

La Direzione Generale Ambiente della Commissione europea ha comunicato al WWF che la stessa Commissione europea “ha messo in mora” l’Italia, colpevole di non aver adottato misure idonee a prevenire il deterioramento degli habitat sui quali inciderebbe il Ponte sullo Stretto, e “perturbazioni” dannose agli uccelli in due IBA (Important Bird Areas). Inoltre, sempre secondo la Commissione europea, il Governo non ha correttamente eseguito la valutazione di incidenza del Progetto Ponte sullo Stretto di Messina riguardo a due Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Il WWF, infatti, aveva segnalato le aree a rischio, richiamate nella nota di “messa in mora” della Commissione europea , che, a causa della costruzione di piloni, dei cantieri, delle strutture aeree del ponte e dei depositi delle terre da scavo , avrebbero subito un impatto pesante sia sul versante siciliano che calabrese: le ZPS di Capo Peloro – Laghi Ganzirri ( dove sono presenti oltre 400 specie acquatiche di cui 10 endemiche), Dorsali Cuecuraci Antennammare e ( area istituita per la presenza di 33 specie prioritarie) , le Iba Monti Peloritani e Costa Viola, collo di bottiglia dei migratori europei, in particolare falconiformi. 34.000 gli individui che passano in soli due mesi di 32 specie diverse.
Come si legge nella nota diffusa dal WWF, visti i rilievi riguardanti in particolare le aree di Capo Peloro – Laghi di Ganzirri e la Costa Viola (aree dove dovrebbero sorgere i piloni del ponte) e i Monti Peloritani, su cui impattano le strutture aeree del ponte, se la procedura si concludesse con il deferimento alla Corte di Giustizia, l’ Italia sarebbe obbligata a mettere in un cassetto l’ attuale progetto, che è stato posto a base di gara, e rielaborare una proposta radicalmente diversa da quella attuale.
Nel riportare nel link la scheda di infrazione della Commissione europea e la nota del WWF, dobbiamo ricordare che sul Ponte di Messina anche Legambiente aveva presentato un esposto alla Procura romana la cui documentazione sull’ apertura d’ inchiesta è così venuta ad aggiungersi al reclamo del WWF.— (LG) —
————-Nota del WWF Italia (sintesi). Le Direttive europee “Habitat” e “Uccelli” obbligano gli stati membri ad attuare tutte misure necessarie per prevenire il disturbo e il danno all’avifauna protetta in particolari aree naturali e l’area dello Stretto di Messina coincide con una delle tre rotte più importanti d’Europa per moltissime specie di uccelli: rapaci, cicogne, gru e altri migratori. Se si intende realizzare un’opera all’interno di queste aree (denominate ZPS e SIC) questa deve essere sottoposta a VIA e a Valutazione d’Incidenza.
La lettera di costituzione in mora al Governo italiano della Commissione Europea arriva a seguito della presentazione da parte del WWF Italia di un reclamo formalizzato nel 2003 sullo svolgimento della VIA (derivante dalla Direttiva 97/11/CE sulla VIA) e della Valutazione di Incidenza (derivante dalla Direttiva 79/409/CEE – Uccelli e dalla Direttiva 92/43/CEE – Habitat), e dopo che il 15 luglio 2004 aveva consegnato uno specifico ed argomentato dossier di 85 pagine, sul caso specifico della mancata Valutazione di Incidenza e dell’inevitabile deterioramento degli habitat citati nella nota della Commissione.
Ora dovrebbe seguire una risposta del Governo italiano che, se non soddisfacente, potrebbe portare la Commissione Europea a deferire l’Italia alla Corte Europea. Ciò obbligherebbe a presentare un progetto preliminare radicalmente diverso da quello attuale e riavviare le procedure di valutazione e autorizzative, con rischi di sanzioni pecuniarie e sospensione di contributi CE. Sia il TAR del Lazio sia il Consiglio di Stato italiano avevano respinto i ricorsi del WWF e di altre associazioni basati proprio sugli argomenti che oggi la Commissione ritiene fondati. (fonte WWF Italia)

Fonte: WWF Italia

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