Primo Rapporto sul contrasto all’illegalità ambientale.

“L’Italia è u n paese in cui le forze dell’ordine rilevano un illecito ambientale ogni 43 minuti”. Così il Ministro Stefania Prestigiacomo, nel corso della presentazione del Primo Rapporto sul Contrasto all’illegalità ambientale, presentato il 26 maggio scorso presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Questo Rapporto è un’iniziativa voluta dal Ministro Prestigiacomo ed ha l’obiettivo di rendere fruibili, anche ai non addetti ai lavori, i dati e le informazioni relative all’“impatto ambientale” dell’azione della criminalità lungo l’intero territorio nazionale, per poter “delineare un quadro delle criticità sistemiche ed endemiche” che ne derivano e dunque sviluppare le più idonee strategie di contrasto.

Oltre agli obiettivi individuati a livello nazionale, il Primo Rapporto sul Contrasto all’illegalità ambientale aderisce agli indirizzi comunitari ed internazionali diretti a realizzare programmi e misure a tutela dello stato ecologico dell’ambiente e del suo mantenimento.

Il Rapporto individua come oggetto di osservazione “l’insieme degli effetti rilevanti, diretti e indiretti, a breve ed a lungo termine, permanenti o temporanei, singoli e/o cumulativi, positivi e negativi che progetti, pubblici e privati, hanno sull’ambiente intero come insieme complesso di sistemi naturali e umani”.

“Nel 2009 – ha spiegato il Ministro – sono stati effettuati oltre 12 mila controlli in cui sono state riscontrate attività illecite, con oltre 10omila persone denunciate, 188 arresti e circa 2800 sequestri”. Numeri che sottolineano l’impegno e le capacità operative delle forze dell’ordine, di cui “si sono rafforzate anche competenze, conoscenze, professionalità specifiche” e che “traducono politico del ministero sulla tolleranza zero in materia di illeciti ambientali in azioni concerete di repressione e prevenzione”.

La stesura del Rapporto raccoglie infatti in formazioni e azioni proprie delle Forze (articolazioni operative) di cui si avvale il Ministero dell’Ambiente, acquisite nel corso delle attività di contrasto ai fenomeni di illegalità ambientale nel biennio 2008-20°09: Comando Carabinieri per la tutela dell’ambiente, Corpo Forestale dello Stato, Corpo delle Capitanerie di Porto, Guardia Costiera e delle altre Forze di Polizia come Guardia di Finanza e Polizia di Stato.

Un aspetto di criticità è rappresentato proprio dalla vastità delle materie che hanno una ricaduta più o meno diretta sull’ecosistema: una competenza che va dai siti di trattamento e stoccaggio di rifiuti, alle emissioni di impianti industriali, alla protezione (con altri Dicasteri competenti) di aree boschive, lacustri e marine, nonché di specie animali, dall’impatto sull’ambiente di grandi opere architettoniche, alle possibili infiltrazioni della delinquenza organizzata nel cosiddetto “ciclo del cemento”, fino al traffico e gestione di sostanze radioattive e nucleari.

“Un ambito di competenza tanto vasto fa riferimento ad un ampio panorama normativo per la disciplina di tutti gli aspetti che interessano l’ambiente. Tale moltitudine di norme, se da un lato non favorisce la conoscenza e l’aggiornamento da parte soprattutto dei gestori di piccole e medie imprese, d’altra parte rende più agevoli i tentativi d’infrazione delle consorterie delinquenziali che sanno approfittare degli spazi esistenti fra una norma e l’altra per trarne vantaggio- sottolinea il Rapporto le cui conclusioni individuano “nell’azione di controllo, la presenza continua sul territorio di personale altamente specializzato e l’adozione di tecnologie d’avanguardia” ciò che costituisce “l’impalcatura di difesa dell’ecosistema che si basa su equilibri delicatissimi sui quali è necessario intervenire costantemente per assicurarne il mantenimento”.

(LG-FF)

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