A livello globale, il valore creato da Internet ricade per tre quarti nell’economia cosiddetta tradizionale e solo per il 25% nell’industria tecnologica; ecco perché nel nostro Paese il cosiddetto digital divide (divario digitale) incide in modo significativo sull’intera economia nazionale. C’è infine un ulteriore aspetto da considerare per gli impatti economici: poiché le ICT si fondono con tecnologie specifiche di diversi settori applicativi, queste vanno ad alimentare posti di lavoro ibrido.
La globalizzazione, la maggiore concorrenza, la rapida diffusione delle ICT, di Internet e delle nuove tecnologie hanno avuto un grande impatto sull’organizzazione del lavoro, con una conseguente e graduale transizione da un’organizzazione con orari relativamente standardizzati verso modelli più complessi e fluidi all’interno di ambienti di lavoro molto diversificati in termini di spazi e luoghi, siano essi fisici o virtuali. Lo sviluppo delle ICT ha permesso la creazione di catene di lavoro e network sempre più fluidi e globali consentendo alle aziende di usufruire dell’utilizzo di lavoratori di Paesi con forza lavoro a basso costo con conseguenti ricadute economiche significative.
La comunicazione in tempo reale e la mancanza di confini spazio-temporali lavorativi, però, se da un lato ha reso possibile lavorare da qualsiasi postazione fisica o in mobilità in Paesi diversi, in ogni momento nell’arco della giornata, determinando quindi un incremento delle ore lavorative, dall’altro ha determinato una dispersione dell’attenzione sul lavoro oltre che una frammentazione ed interruzione delle attività durante l’orario di lavoro o cyberloafing.
È indubbio che le innovazioni e i progressi tecnologici abbiano rapidamente imposto rilevanti cambiamenti nell’ambito organizzativo con ricadute sulla vita dei lavoratori, sull’ambiente e sulle condizioni di lavoro. Gli effetti possono essere positivi in termini di miglioramento della qualità del lavoro, ma possono al contempo determinare nuovi rischi per la salute e la sicurezza.
Accade comunemente, infatti, che l’applicazione e l’implementazione di una nuova tecnologia in un settore lavorativo avvengano prima che ci sia una buona comprensione degli effetti sulla salute e sulla sicurezza. Va inoltre considerato l’aspetto sociale legato all’innovazione tecnologica che ha accentuato il concetto di liquidità e di complessità: le attività sono diventate multitasking e devono essere eseguite in tempi brevi.
Anche le condizioni e gli ambienti di lavoro, si stanno trasformando, con cambiamenti che interessano l’interfaccia uomo-macchina, il monitoraggio dei parametri lavorativi e l’utilizzo di nuovi materiali intelligenti. Una prima sfida, dunque, per il sistema di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) è senza dubbio quella di conoscere e analizzare in maniera puntuale gli effetti connessi all’uso e all’abuso delle tecnologie, che sono sempre nuove e diverse, in modo da poterne ridurre al minimo i rischi.