Scendono gli infortuni per i lavoratori notturni

Sono gli incidenti che si verificano nella fascia oraria tra le 22 e le 5 del mattino: la flessione positiva è stata, tuttavia, inferiore a quella del 16,5% registrata nell’industria e servizi. Il comparto manifatturiero, col 28,5% delle denunce, è il più rischioso. Il Nord l’area territoriale dove ci si fa più male

Fonte INAIL
Scendono gli infortuni per i lavoratori notturni. Nel 2009 gli incidenti in occasione di lavoro tra le 22 e le 5 del mattino sono stati il 13,6% in meno rispetto al 2005: una flessione inferiore, però, a quella della media generale registrata nell’Industria e servizi (-16,5%).
Lo rivela l’ultimo numero di Dati INAIL che propone un approfondimento sul tema.

Tra i comparti maggiormente pericolosi:
– manifatturiero, con il 28, 5% delle denunce
– trasporti, con il 15%
– alberghiero, con il 12% dei casi riguarda i lavoratori occupati nelle attività ricreative.

Rispetto alla distribuzione geografica, invece, la maggior parte degli infortuni accade al Nord (31,4% Nord-Ovest e 25,6% Nord-Est), il 21,5% al Centro, il 15,1% al Sud e il 6,4% nelle Isole. Una ripartizione che cambia, invece, per gli eventi mortali: il 20,8% dei casi si concentra al Nord-Est, il 14,6% al Nord-Ovest, il 33,4% al Sud, il 20,8% al Centro e il 10,4% nelle Isole.

Per quanto riguarda i giorni della settimana, gli incidenti si distribuiscono più o meno in maniera uniforme: un dato in controtendenza rispetto al trend infortunistico generale che vede il lunedì, al rientro dal week end, il giorno più a rischio. Il 42% dei casi (3.200) si concentra poi nelle prime due ore del turno, analogamente a quanto succede per chi inizia a lavorare alle 7 del mattino. Gli incidenti coinvolgono maggiormente gli uomini (75%), la metà dei quali si infortuna nell’industria manifatturiera e in particolar modo in quella metallurgica. La quota delle donne è comunque in aumento nel quinquennio 2005-2009 ( dal 19% al 25%) e riguarda prevalentemente la sanità (42%). Un sesto degli infortuni coinvolge, poi, i lavoratori stranieri (567 casi), e in particolare gli uomini (77%).

La comunità più colpita è quella dei marocchini con il 18% e dei romeni con l’11% dei casi

(LP)

Fonte: INAIL

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