Servizi ospedalieri: infortuni in calo. Ma troppe le strutture a rischio

Le cifre su Dati INAIL. Se nell’ultimo quinquennio il comparto ha visto un calo del 14% degli incidenti, quelli che hanno interessato cittadini extracomunitari salgono, invece, del 20%. Dieci i casi mortali. Il 49% di 853 unità ispezionate dai Nas (su circa 1.300 complessive) ha rivelato irregolarità rispetto alle norme sulla sicurezza

Fonte INAIL, ROMA – 10 giugno 2010.

Diminuiscono gli infortuni nell’ambito dei servizi ospedalieri, con una flessione nell’ultimo quinquennio del 14,1%, che ha interessato in particolare gli uomini (-20,6%).
Ad aumentare, però, nello stesso periodo, sono stati gli incidenti degli stranieri (+19,5%), che rappresentano il 7% del complesso del comparto.

Lo rivela l’ultimo numero di Dati INAIL, che dedica un focus al settore sanitario, che conta secondo gli ultimi dati Istat poco meno di 1.300 ospedali e case di cura, 235mila posti letto e circa 450mila addetti assicurati all’INAIL.

Più a rischio le donne.
Nel 2008 le denunce sono state in totale circa 16.300, il 70% delle quali ha riguardato le donne.

Una decina sono stati, invece, i casi mortali, metà dei quali hanno coinvolto il sesso femminile e quasi tutti avvenuti in itinere. Il 52% dei lavoratori che si fanno male in corsia, inoltre, ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, contro il 42% degli infortunati nel complesso. I lavoratori più colpiti sono gli infermieri (50%), seguiti da portantini, assistenti e operatori sanitari (30%) e a distanza i medici (5%).

Aumentano le malattie professionali. Nell’ultimo decennio le denunce nella sanità sono più che raddoppiate passando dai 332 casi del 2000 ai 722 del 2008, e per il 2009 si attende un’ ulteriore crescita.
La graduatoria delle principali tecnopatie che hanno colpito il settore mostra come ci sia stata negli anni anche un’evoluzione eziologica: nel 2000 era la dermatite la patologia più frequente (91 casi), seguita dalle malattie respiratorie (39); nel 2009, invece, la prima si è ridotta a 1/3 e le altre della metà, grazie anche a una normativa prevenzionale sempre più mirata ed efficace. Sono invece emerse prepotentemente, come anche in altri settori, le malattie dell’apparato muscolo-scheletrico dovute a sovraccarico biomeccanico, movimenti ripetuti e posture incongrue: affezioni dei dischi intervertebrali (255 denunce nel 2008), tendiniti (123) e sindrome del tunnel carpale (41).

Le cifre della malasanità.
Secondo l’Istat in Italia ci sono 1.295 ospedali, di cui 669 pubblici e 626 privati, molti dei quali, soprattutto nelle zone disagiate, hanno meno di 100 posti letto. Dai controlli effettuati dai Nas, nel corso del 2007, in 853 strutture sanitarie è risultato che il 49% non è in regola rispetto alle normative vigenti (soprattutto per quanto riguarda i requisiti minimi strutturali, tecnologici, impiantistici di sicurezza e igiene).

Tra le infrazioni maggiormente riscontrate: la scarsità di igiene e pulizia, la carenza di requisiti minimi strutturali (ampiezza delle stanze, numero di letti, barelle occupate nei corridoi), la mancanza di impianti di prevenzione infortuni e/o incendi, farmaci scaduti, le uscite di emergenza ostruite e l’assenza di maniglioni antipanico, ma anche l’assenteismo del personale e la mancata tutela della privacy.

La situazione è particolarmente grave al Sud, dove si registra il 75 per cento delle violazioni, rispetto al 19 per cento del Nord e al 52 per cento del Centro.

Tra le regioni che spiccano per casi di malasanità: la Calabria (con 36 strutture irregolari su 39 controllate), la Sicilia (67 su 81) e la Sardegna (32 su 45).

(Red)

Fonte: INAIL

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