Troppi ragazzi abbandonano la scuola: iniziativa della Commissione europea.

Nell’Unione europea sono più di 6 milioni i giovani che abbandonano gli studi con al massimo un diploma di terza media. Questi giovani hanno grosse difficoltà a trovare un lavoro e sono spesso disoccupati e dipendenti dell’assistenza sociale.

L’abbandono scolastico precoce (attualmente al 14,4% nell’UE e al 19,2% in Italia) frena lo sviluppo economico e sociale è ostacola il raggiungimento dell’obiettivo dell’Unione europea di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La Commissione ha approvato il 31 gennaio scorso un’iniziativa per ridurre entro la fine del decennio a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico.

José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “L’Europa non può permettersi di fare a meno del contributo che così tanti giovani possono dare alle nostre società e alle nostre economie. Per uscire dalla crisi, dobbiamo velocizzare il potenziale costituito dai giovani europei”.
Androulla Vassiliou, Commissaria europea per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha aggiunto: “Ridurre di un solo punto percentuale il tasso d abbandono scolastico in Europa equivale a creare ogni anno quasi mezzo milione di giovani qualificati in più. Molti paesi sono già riusciti a ridurre il numero dei giovani che lasciano la scuola con basse qualifiche, ma è necessario fare di più”.

La nuova iniziativa della Commissione analizza la situazione dell’abbandono scolastico in Europa, le sue principali cause, i rischi che esso comporta per lo sviluppo dell’economia e della società e propone modi per affrontare più efficacemente il problema.

La proposta di raccomandazione del Consiglio contiene una serie di linee guida che potranno aiutare gli Stati membri a predisporre politiche ampie e realistiche di riduzione dell’abbandono scolastico.

Il tasso medio UE di abbandono scolastico è attualmente del 14,4%, ma questo dato nasconde notevoli differenze tra i paesi:
– Sette Stati membri hanno già raggiunto il traguardo del 10%: Austria, Repubblica ceca, Finlandia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia:
– In tre Stati membri la percentuale è superiore al 30°%: Malta, Portogallo e Spagna.
– In quasi tutti i paesi il tasso è sceso rispetto al 2000.
– In alcuni paesi che presentano un tasso elevato la riduzione è stata significativa: Romania, Malta, Italia, Cipro e Portogallo.

Notevoli progressi sono stati compiuti anche da paesi in cui il tasso di abbandono era basso già dall’inizio del decennio: Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Polonia.
Anche se vi sono caratteristiche comuni, la situazione varia secondo gli Stati membri anche per quanto riguarda i gruppi interessati dal fenomeno, il livello di istruzione raggiunto dai giovani che abbandonano gli studi e il loro status occupazionale.

Il problema dell’abbandono scolastico è complesso e a risolverlo non bastano le sole politiche dell’istruzione. Strategie efficaci devono includere anche le politiche della gioventù e le politiche sociali ed essere adattate alle condizioni locali, regionali e nazionali. Devono articolarsi in misure di prevenzione, di intervento e di compensazione.

– La prevenzione dell’abbandono scolastico deve cominci are il più presto possibile, offrendo agli alunni un sostegno all’apprendimento ed evitando condizioni che possono portare all’abbandono della scuola, come le bocciature e la mancanza di un aiuto adeguato agli alunni di madrelingua diversa.
– Le misure di intervento devono far fronte in modo rapido ed efficace alle difficoltà che si manifestano, come l’assenteismo e i cattivi risultati scolastici.
– Le misure di compensazione bservono ad offrire una “seconda opportunità”, mediante classi speciali o dando i giovani adulti la possibilità di reinserirsi nella scuola e di seguire una formazione.

Una migliore cooperazione tra i paesi dell’UE, lo scambio di buone pratiche e u uso più mirato dei finanziamenti europei potranno contribuire a dare una soluzione al problema.
Le proposte della Commissione saranno discussa dai Ministri dell’istruzione nella riunione del Consiglio che si terrà a Bruxelles dal 2 al 4 maggio.

(LG-FF)

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