Veronesi sul nucleare: propongo moratoria ma io non rinnego l’atomo

Veronesi (Fonte: Repubblica.it): La lezione che credo dobbiamo trarre da Fukushima è che non possiamo non rivedere la strategia nella progettazione degli impianti nucleari.
Il che non vuol dire ripensare o tornare sui propri passi, ma capire il problema alla radice, avere il coraggio di riconoscerlo e sforzarci di superarlo.

(Fonte: Repubblica.it)

La politica per sua natura può avere ripensamenti, la scienza deve invece pensare più a fondo. ….ciò che appare come un ripensamento è invece l’esito di una riflessione.

Studiando il più lucidamente possibile la dinamica di Fukushima ho pensato che ci troviamo di fronte al primo grave incidente di progettazione nucleare della storia, quindi di strategia. Gli altri due incidenti significativi, Chernobyl e Three Mile Island, sono stati infatti causati da un errore umano.
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Va detto subito che sull’errore umano si può intervenire migliorando la preparazione, l’addestramento e le condizioni di lavoro. Un po’ come si fa con i piloti d’aereo.

Invece a Fukushima non c’è stato nessun errore riconducibile al personale addetto, ma un errore di progettazione: le centrali non erano programmate per resistere a uno tsunami della portata di quello scatenatosi la scorsa settimana.

La lezione che credo dobbiamo trarre da Fukushima è che non possiamo non rivedere la strategia nella progettazione degli impianti nucleari.
Il che non vuol dire ripensare o tornare sui propri passi, ma capire il problema alla radice, avere il coraggio di riconoscerlo e sforzarci di superarlo.
Se è vero – ed è scientificamente vero – che senza l’energia nucleare il nostro pianeta, con tutti i suoi abitanti, non sopravviverà, non dobbiamo fare marcia indietro, ma andare avanti, ancora più in là, con la conoscenza e il pensiero scientifico; ….
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Abbiamo per anni sostenuto che gli impianti di ultima generazione sono sicuri e con un rischio di incidente vicino allo zero.

Oggi il Giappone ci impone di riconsiderare criticamente questa convinzione.

Molti si domandano se il modello delle centrali nucleari di grossa taglia, come sono oggi tutte quelle del mondo, sia quello da continuare a realizzare; oppure se non è possibile ed opportuno considerare l’adozione di reattori più piccoli e modulari: una rete di minireattori. Alcuni di questi modelli progettuali sono già in produzione e dovremo studiarne a fondo le caratteristiche e la fattibilità.

La tragedia giapponese ci impone inoltre di pensare fuori dalle logiche nazionali.

E’ evidente ora che i piani energetici devono essere discussi a livello internazionale. In Italia ci troviamo nella circostanza favorevole di partire da zero e quindi di poter scegliere, senza fretta, il modello strategico migliore

(LP)

Fonte: Repubblica

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